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Cagliari, Capozucca: “Via alla rifondazione, ecco chi resta e chi va via. Giulini ha meno colpe di tutti"

“Mi sembrava giusto fare questa conferenza stampa di chiusura della stagione scorsa, finita non bene"

Cagliari, Capozucca: “Via alla rifondazione, ecco chi resta e chi va via. Giulini ha meno colpe di tutti

Di: Marco Orrù


Ripartire dopo la retrocessione. Con la conferenza stampa congiunta del Direttore Sportivo Stefano Capozucca e del Direttore Generale Mario Passetti, in casa Cagliari si comincia a progettare la stagione 2022/2023 in Serie B. Queste le parole del Direttore Sportivo Stefano Capozucca:

Sulla passata stagione: “Mi sembrava giusto fare questa conferenza stampa di chiusura della stagione scorsa, finita non bene. A Venezia tutti ci aspettavamo la salvezza, specie dopo il primo tempo e invece in maniera suicida è accaduto quello che è accaduto. Ci sentiamo tutti un po’ colpevoli di questa situazione e le scuse sono doverose, verso tutti, ai giornalisti, ai tifosi e alla gente che vuole bene a questa squadra, compreso lo staff che lavora attorno al Cagliari. Ero convinto che ci saremmo salvati, non avevamo una squadra per andare in B, mi sento un po’ di aver tradito quelle persone a cui io dicevo che ci saremo salvati. Ho deciso di continuare perché voglio riparare il danno arrecato, sarebbe stato troppo facile andar via”.

Sulle responsabilità della società: “Ci sono stati degli errori da parte di tutti. E’ normale che la società ha delle responsabilità perché le scelte le ha fatte la società, io stesso ho le mie colpe. Ora è facile contestare il presidente, diventa lui il capro espiatorio. Io sono arrivato sette anni fa dopo una retrocessione. Siamo stati promossi e in A e siamo arrivati undicesimi. Poi io sono andato via e il presidente ha cercato in mia assenza di alzare l’asticella del Cagliari con acquisti importanti, vedi Simeone, Rog, Marin o Nandez, spendendo tanti soldi, non dimentichiamocene. I tifosi in quel periodo lo osannavano il presidente. Poi qualcosa è andato storto, ma la buona fede del presidente c’è sempre stata. Penso lui sia meno colpevole di tanti altri. E, attenzione, io non sono un leccaculo, l’ho sempre dimostrato in carriera, siamo più responsabili io come Direttore o i giocatori. Tutto questo non doveva succedere”.

Sulla questione Mazzarri: “E’ un argomento che per me è motivo di sofferenza. Ho difeso sempre una scelta non mia. Se col Verona le cose non fossero precipitate lui sarebbe rimasto fino alla fine. Pensavo pure io che sarebbe stato l’uomo giusto per condurre alla salvezza, ma probabilmente non lo era, visto l’epilogo, senza entrare nei particolari, e sicuramente mi sono sbagliato”.

Su Nainggolan: “Io ci sono affezionato, è stato fondamentale per la salvezza dell’anno prima, ma ci sono delle inesattezze sulle cose che ha detto. Il presidente è stato accusato di non aver mantenuto la parola con lui, ma lui non aveva accettato la nostra proposta di rinnovo perché c’era una squadra che gli ha offerto molto più di noi. Questo è stato il motivo della separazione”.

Sulla costruzione della squadra per la Serie B: “Oltre ad un discorso sportivo c’è un discorso finanziario da tenere in conto. La nostra è una società sana che paga gli stipendi puntuali, non come tanti altri. Lo shock è stato forte, per tutti. Oggi bisogna solo rifondare e mandare via più gente possibile. La cicatrice di questa assurda retrocessione lascia qualcosa e dobbiamo cambiare il più possibile. Ovvio che qualcuno rimarrà, non possiamo cambiarne 25. Faccio un nome, Deiola: ha il cuore sardo, non avrà la qualità del fuoriclasse, ma ha il sentimento e lo spirito battagliero per giocare nel Cagliari, anche in Serie B, lui potrebbe pure essere il nuovo capitano”.

Sulle scelte sbagliate negli anni: “Il mercato che ha fatto il Cagliari negli anni che io non c’ero lo possiamo definire blasonato, ripeto, vedi Rog, vedi Simeone, tutti applaudivano a questi acquisti. Purtroppo poi si sono pagate le conseguenze di tutto questo”.

Su Agostini e il prossimo allenatore: “Agostini colpe non ne ha e lo ringrazio per il coraggio di aver accettato la sfida di aver guidato il Cagliari nelle ultime tre difficilissime partite. Va solo ringraziato per la passione e la fede che ha messo per dare una mano al Cagliari. Il nuovo allenatore entro la settimana verrà svelato, dovrà sposare un progetto diverso da sette anni fa, deve capire dove arriva, in un ambiente depresso e si dovrà sentire in qualche modo “retrocesso” pure lui. Bisogna ripartire, non voglio fare proclami”.

Su Semplici: “Ha fatto tre partite, di cui due in casa contro due dirette concorrenti, contro lo Spezia che era venuto a Cagliari con 14 giocatori e se danno un rigore a loro vincono pure, e contro il Genoa. Non eravamo partiti bene con Semplici, i presupposti non c’erano. Noi avevamo già cercato un altro allenatore che è poi andato in un’altra squadra”.

Sui giocatori: “Ho ricevuto solo due messaggi da due calciatori dopo la retrocessione, solo due, di cui uno inaspettato. Ho sempre cercato di essere un padre per loro, togliendo loro le responsabilità. Per questo parlo di rifondazione. Non sarà facile dare via tutti perché ci sono anche stipendi alti. Io ad esempio Carboni lo terrei a vita, ho parlato di Deiola, parlo di Altare. Io spero di tenerne almeno 5-6, di quelli che hanno più valore. Ripeto, la mia intenzione è quella di cambiare molto e il presidente è d’accordo con me”.

Sulla Primavera: "Approfitto per fare i complimenti per il loro percorso, è stato un peccato e meritavano almeno la finale. Un plauso a Conti e Agostini va fatto. E' normale che ci sono dei valori e questi valori bisogna tenerli in considerazione, alcuni di loro faranno parte dell'organico della prima squadra".

Su Joao Pedro: "Ha un solo anno di contratto, lui sette anni fa quando io sono arrivato aveva le valigie pronte perché era poco apprezzato, e ho avuto ragione, ora tutti lo osannano. Lui ovviamente ha mercato, ma ha anche dei costi. E’ andato anche in Nazionale ed è giusto che faccia il suo percorso, non può giocare in Serie B, ripeto, è giusto che faccia il suo percorso”.

Su un possibile ridimensionamento: “Io non voglio fare proclami, è diverso, non c’è nessun ridimensionamento. Noi sette anni fa prendemmo Sarri per la B, poi sparì nel nulla. Sicuramente era una B diversa da questa, oggi ci sono almeno nove squadre che puntano alla A, lo stesso Modena, una neopromossa, che vuole Coda, il capocannoniere della scorsa B, fa capire il livello. E’ più facile salvarsi in A che risalire dalla B. Non voglio fare proclami, non faremo cose folli perché c’è un ripianamento da fare, 22 milioni per iscrivere la squadra il presidente deve metterli, che si sappia. Quindi i proclami non si possono fare”.

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