Milano

“Buongiorno dall’ospedale”. Fedez, la colazione dopo l’intervento al pancreas

Martedì scorso, 22 marzo, il rapper è stato operato per un raro tumore neuroendocrino del pancreas

“Buongiorno dall’ospedale”. Fedez, la colazione dopo l’intervento al pancreas

Di: Redazione Sardegna Live


Il pollice alzato, un sorriso appena accennato e la colazione. Così viene ritratto Fedez dalla moglie Chiara Ferragni in una foto pubblicata dall’imprenditrice digitale nelle storie su Instagram.

Il rapper è stato operato il 22 marzo all’ospedale San Raffaele di Milano per un raro tumore neuroendocrino del pancreas. "Settimana scorsa ho scoperto di avere un raro tumore neuroendocrino del pancreas – ha spiegato ieri il cantante -. Uno di quelli che se non li prendi per tempo non è un simpatico convivente da avere all’interno del proprio corpo. Motivo per il quale mi sono dovuto sottoporre ad un intervento chirurgico durato 6 ore per asportarmi una parte del pancreas (tumore compreso)".

"Sto bene e non vedo l’ora di tornare a casa dai miei figli. Ci vorrà un po’. Grazie ai medici, chirurghi e infermieri che mi sono stati accanto in questi giorni intensi. Un grazie immenso anche per tutti i messaggi di supporto e di positività che mi avete fatto arrivare".

Il medico che ha operato Fedez, il professore Massimo Falconi, direttore del Centro del Pancreas dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, al Corriere della Sera ha spiegato che si tratta “di tumori che hanno origine dal sistema neuroendocrino, costituito da cellule con caratteristiche tipiche sia delle cellule endocrine, quelle che producono gli ormoni, sia di quelle nervose. Queste cellule sono presenti in tutto l’organismo, quindi i NETs possono colpire organi differenti quali pancreas (come nel caso di Fedez, ndr ), intestino, polmoni, tiroide, timo o ghiandole surrenali”.

Alla domanda “si può guarire?” il professore ha risposto: “Tutto dipende dal tipo di tumore presente nel singolo malato e dallo stadio della neoplasia al momento della diagnosi (se è in fase iniziale o avanzata). Ma la sopravvivenza a 5 anni nel nostro Paese è alta, superiore al 60%. Negli ultimi anni, con le nuove terapie abbiamo fatto passi in avanti significativi. È però determinate essere curati in centri di riferimento, dove operano gruppi multidisciplinari di esperti, perché servono le competenze di diversi specialisti”.

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