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Quindici Paesi dell'Ue contro la legge anti-Lgbtq+ dell'Ungheria. Ma l'Italia no

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha qualificato la norma come "vergognosa"

Quindici Paesi dell'Ue contro la legge anti-Lgbtq+ dell'Ungheria. Ma l'Italia no

Di: Arianna Zedda


La legge di Viktor Orbàn che discrimina la comunità Lgbtq+, vietando di fatto ogni rappresentazione o promozione dell’omosessualità e la transizione tra i minorenni, è finita nel mirino della Commissione europea che ha presentato un ricorso nei confronti dell’Ungheria.

La scelta della Commissione è stata sostenuta da quindici Paesi dell’Unione, nello specifico Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Danimarca, Irlanda, Malta, Austria, Finlandia, Svezia, Slovenia e Grecia, ma tra i promotori della condanna non è apparsa l'Italia, seguita da Polonia, Romania, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca e Slovacchia.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha qualificato la norma come "vergognosa". Si tratta della procedura su violazioni dei diritti umani più vasta mai esaminata dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea perché la decisione ungherese viola i valori europei oltre ai diritti fondamentali.

Bucarest ha presentato un controricorso, anche se lo stesso referendum in patria non aveva di fatto raggiunto il quorum.

L'assenza dell'Italia tra i Paesi sostenitori della comunità Lgbtq+ ha già scatenato nella Penisola le reazioni dei vari schieramenti.

Riccardo Magi (segretario di +Europa) parla di “omofobia di stato”.

Yuri Guaiana, rappresentante presso l’Alde aggiunge: “L’Italia si schiera con Orbàn e una minoranza di Stati Membri che si battono contro una società europea aperta e inclusiva. Con questa scelta il governo Meloni ha modificato la posizione del governo Draghi che aveva aderito alla dichiarazione del 17 maggio 2021 in cui si impegnava a proteggere i diritti fondamentali delle persone Lgbt+ e alla lettera dei capi di Stato e di governo ai presidenti delle istituzioni europee, il 24 giugno 2021. Il governo decide quindi di far mancare il sostegno del nostro Paese ai valori fondamentali alla base della nostra Unione quali la dignità umana, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani schierandosi implicitamente con leggi ispirate dalla Russia di Putin. +Europa continuerà a lottare, al fianco delle comunità Lgbt+ europee, per riportare l’Italia nel solco dell’azione dei Paesi fondatori dell’UE a difesa dei valori comuni europei”.

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