Alghero

Aeroporto di Alghero, come aiutare le persone con autismo a viaggiare serene

Monica e Simone hanno raggiunto l’aeroporto per vivere, attraverso la sempre cortese accoglienza riservata a tutti i viaggiatori, le fasi d’imbarco fino alla scaletta dell’aereo

Aeroporto di Alghero, come aiutare le persone con autismo a viaggiare serene

Di: Dante Tangianu


Qualche giorno fa, all’aeroporto di Alghero, dei passeggeri speciali, protagonisti di una missione virtuale, ma in una normale realtà quotidiana dello scalo della Riviera, hanno vissuto, insieme ai loro accompagnatori, dei momenti di straordinaria gioia i primi e di grande emozione i secondi.                                 

Tutto è iniziato la mattina, quando, intorno alle nove, Monica e Simone, cronisti-intervistatori di una brillante radio d’inclusione sociale, Rdr Sardegna, hanno raggiunto l’aeroporto per vivere, attraverso la sempre cortese accoglienza riservata a tutti i viaggiatori, le fasi d’imbarco fino alla scaletta dell’aereo.

L’Enac, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, rivolge una particolare attenzione, attraverso un progetto chiamato “Autismo in viaggio attraverso l’aeroporto”, alle persone con autismo, per dare loro la possibilità di effettuare con i propri accompagnatori e con giorni di anticipo (tramite prenotazione), le varie fasi che precedono l’imbarco sul volo e che consentono di familiarizzare con l’ambiente e le varie procedure aeroportuali. Si tratta, dunque, di un primo contatto per viaggiare più sereni attraverso la vicinanza e l’assistenza del personale preparato a tal fine.

Ma ritorniamo ai nostri viaggiatori “in pectore”. Sono appena arrivati all’aeroporto, hanno l’aspetto dei ragazzi pronti a prendere l’aereo; sportivi, spirito elegante e l’immancabile trolley. Si fermano all’ingresso e sorridono all’obiettivo che li ritrae, felici e consapevoli di essere protagonisti, al centro di un’attenzione che è affetto e amore che arriva dal cuore.

Con Simone c’è anche la sorella Rita. Non tradisce un’emozione che vuole vivere nella sua intimità. Però, è da questo sentimento profondo che nasce l’espressione splendida del loro sguardo.          

Né, oggi, poteva non esserci Anna Chiara, musicoterapeuta, una giovane donna e mamma da cui traspare una solare capacità di sorridere alla vita e che mai potrebbe smentire le sue risorse intellettuali e umane che mette al servizio di chi ha bisogno degli altri. Ed è proprio dall’ amore profondo verso il prossimo che è nata l’iniziativa di dare forma alle pulsazioni del suo cuore, e cioè di creare e coordinare, appunto, una radio d’inclusione sociale, Rdr, di cui Monica e Simone sono assoluti protagonisti.

La prima tappa della piccola e lieta comitiva è la “Sala Amica”, che rappresenta il primo momento di un’accoglienza che mette subito a proprio agio i giovanissimi ospiti. Che respirano da subito un ambiente familiare: sono sereni, felici di viaggiare. C’è in loro la stessa gioia di una gita fuori porta. Sono entusiasti, abbracciano il personale affabile che li ha appena ospitati e proseguono con aria compiaciuta verso le postazioni del check-in.

Ormai la simulazione del viaggio è verosimile. Monica e Simone si avviano verso   banchi di accettazione per la carta d’imbarco, con una mano i documenti, con l’altra trascinano il trolley.  L’accoglienza al check-in vuole essere un abbraccio tutto per loro. Restano ancora tre tappe: i passaggi nei controlli di sicurezza, la sosta al gate di uscita e l’avvio verso la scaletta dell’aereo. Giunti ai nastri di scorrimento dei bagagli a mano, i due ragazzi, sempre con animo divertito e sorridenti, depositano il trolley e i loro oggetti sugli appositi contenitori, proseguono nel checkpoint di sicurezza e senza contrattempi si riprendono poco più avanti i loro effetti personali.

Gli addetti ai servizi di controllo sorridono e come gli altri colleghi salutano con profondo affetto Monica e Simone. Entrambi  si   avviano, quindi, verso il gate di uscita, consegnano la carta d’imbarco in un’atmosfera di festa  e a piedi, accompagnati dal personale incaricato, raggiungono la scaletta dell’aereo che nella simulazione è pronto a riceverli.

Si fermano, invece, poco più in basso del portellone d’ingresso, si voltano con un sorriso solare verso i loro cari  e consapevoli della fine di un viaggio iniziato “per finta” - come detto  sottovoce e con simpatia unica da Monica a un’amica incontrata nella zona d’imbarco - ritornano indietro e si riforma la piccola comitiva, tanto felice quanto lo era all’inizio del “viaggio”. Un viaggio che, quand’anche fosse vero, sarebbe ora vissuto  dagli stessi Monica e Simone in modo splendido così come chi ama volare. 

Una presenza, anch’essa luminosa, che è stata la guida istituzionale durante tutto il  percorso di Monica e Simona, è stata quella di Doriana Caria,  responsabile in turno  della Sogeaal -Aeroporto di Alghero- che ha ospitato con grande calore Monica e Simone.

Dalle parole (v. video) della stessa Doriana, presidente dell’Associazione “Il Mio Amico Speciale”, emerge  la figura della donna che coniuga l’amore per i valori familiari,  che non sono slegati rispetto alla sua professione, con il medesimo amore che contraddistingue il suo impegno profondo verso quel mondo della solidarietà che  sente suo e che vive, anche come mamma, in prima persona.

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