Cagliari

Carceri sardi. Il 65% dei detenuti distribuiti in 4 istituti su 10

Sdr: «Condizioni oltre i limiti regolamentari»

Carceri sardi. Il 65% dei detenuti distribuiti in 4 istituti su 10

Di: Redazione Sardegna Live


Il 65,3 per cento dei detenuti è distribuito in 4 istituti sardi su 10. A Cagliari-Uta i detenuti sono 598 ma dovrebbero essere al massimo 561. A Oristano-Massama 285, numero massimo 265, a Sassari-Bancali ci sono 473 detenuti quando dovrebbero essere 454. Mentre ad Alghero il numero massimo è di 156 ma ce ne sono tre in più.

«Cresce il disagio dentro le strutture penitenziarie della Sardegna. In quattro istituti su 10 i ristretti sono oltre il limite regolamentare. Nell’isola a fronte di 2.319 persone private della libertà 1515, pari al 65,3% sono detenute nelle due case circondariali di Cagliari e Sassari e nelle case di reclusione di Oristano e Alghero». A parlare è Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme che ha commentato i dati del ministero della Giustizia relativi allo scorso 31 gennaio 2020. 


«Una fotografia – sottolinea la presidente – che non lascia alcuna ombra delineando una situazione particolarmente delicata. Si registra un costante inarrestabile aumento che rende sempre più difficile garantire all’esperienza detentiva un’occasione di recupero sociale e mette a rischio la convivenza pacifica dentro le celle progettate per due ristretti». 
La Caligaris aggiunge che  «Al quadro generale relativo al numero dei detenuti occorre aggiungere la crescita degli stranieri 708 (30,5%) particolarmente numerosi nelle Colonie penali (83% a Is Arenas 77 su 93) e Mamone (79,8% - 135 su 169). Significativa però la loro presenza anche a Uta (157) e a Sassari (184). In quest’ultimo Istituto peraltro è presente una novantina di ristretti in regime di massima sicurezza». 

La presidente dell’Sdr sottolinea l’alta percentuale di detenuti con problemi psichici: «Il Ministero non sembra volersi interessare delle carenze di personale a tutti i livelli. Innanzitutto quello dei Direttori rimasti in 4 a gestire 10 Istituti. Degli Agenti della Polizia Penitenziari che lamentano 500 unità in meno rispetto a quelli previsti. Dei funzionari giuridico-pedagogici carenti soprattutto nelle Case Circondariali e degli amministrativi. Mancano ragionieri e assistenti amministrativi. Ancora più silente la classe politica sarda. Rivolgiamo – conclude Caligaris – un appello al Presidente della Regione affinché si faccia interprete di queste difficoltà del sistema penitenziario isolano nella conferenza Stato-Regioni. L’isola non può reggere in solitudine un così gravi problema sociale».


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