In Sardegna

Concessioni balneari, Sib Sardegna rivendica "giustizia": "Ci vogliono cancellare"

La preoccupazione degli esponenti del sindacato balneari: "Con la legge 118 ci hanno messi all'angolo. L'opinione pubblica ci dipinge in maniera distorta: le nostre sono ditte in difficoltà, come in tutti i settori"

Concessioni balneari, Sib Sardegna rivendica

Di: Giammaria Lavena


Da anni in Sardegna tiene banco il tema concessioni balneari. Il 27 agosto scorso è entrata in vigore la legge n. 118/2022 (“legge concorrenza”), che prevede una serie di novità normative. Il Sib (Sindacato italiano balneari) chiede a gran voce che vengano riviste le disposizioni e si appella al governo affinché le richieste non rimangano inascoltate.

Abbiamo parlato con Rosa Patteri, rappresentante degli operatori balneari di Cala Gonone e a capo della ditta Palmasera Boat Rental. “Viviamo questa situazione da tantissimo tempo. E’ dal 2009 che aspettiamo le norme – racconta –, ma i governi che si sono succeduti l’uno all’altro a livello nazionale non hanno mai dato risposte a nessuna categoria, che adesso si trova bene unita, tramite Confcommercio, all’interno del Sib, nella persona del presidente Tonino Capacchione. Siamo una categoria di imprenditori che in tutti questi anni sono stati maltrattati. Rivendichiamo giustizia e che queste norme vengano attuate. Ci sono stati dati in concessione degli specchi acquei in cui sono state edificate attività di ristorazione, ma ad oggi vogliono mandarci a bando, con la legge 118 varata dal governo Draghi ad agosto del 2022, dopo tutta una serie di ingiustizie”.

L’esponente del Sib ci tiene a precisare: “Quando si parla di balneari non si fa riferimento solo a grossi stabilimenti quotati in borsa, ma anche a ditte individuali, migliaia di famiglie. Questo governo ci ha promesso di darci finalmente una regolamentazione e un futuro. Vogliamo poter vivere serenamente e fare impresa in maniera sana. Ci sentiamo continuamente additati come evasori o ricconi di turno: siamo delle normalissime famiglie che hanno tirato su dei mutui per comprare la prima casa. Siamo alla stregua delle altre attività economiche, di qualsiasi settore. Tuttavia, da tempo subiamo questa ingiustizia”.

“Ad aggiungersi a tutto ciò – aggiunge l’operatrice balneare – ci sono le criticità di una crisi economica che ci colpisce in pieno e che ci fa vivere nella più totale incertezza. La mia è una famiglia monoreddito che campa da un’attività stagionale: trattasi di un noleggio di gommoni a Cala Gonone. Ogni anno è sempre più difficile affrontare gli investimenti e poter andare avanti a livello di impresa. Ad agosto sono stati bruciati con questa legge mortificante tutti i nostri sogni. Andando a bando non è ben chiaro neanche se potremo avere accesso alle gare, quindi a ciò che è nostro, costruito in tanti anni; e non mi riferisco alle spiagge, che non sono di nostra proprietà, ma a quello che ci abbiamo costruito sopra”.

Il sindacato, spiega Patteri, rivendica giustizia: “Non possiamo essere cancellati con una gomma, in un nanosecondo. Abbiamo diritto ad esistere e servono delle risposte, come dobbiamo campare? Non è possibile, con una legge, eliminare tutti questi servizi perché fa comodo a livello propagandistico e politico. Il nuovo governo si è schierato dalla nostra parte: le attese sono infinite, ma noi riponiamo tutte le nostre aspettative su di esso. La nuova stagione si sta avvicinando e vogliamo essere ottimisti, perché abbiamo una famiglia alle spalle. Vogliamo cambiare il giudizio nei nostri confronti da parte di un’opinione pubblica che è stata gonfiata contro di noi”. 

Nel frattempo, proseguono i dialoghi col governo: “A breve potrebbero esserci degli sviluppi. La mia preoccupazione – ribadisce – è far capire realmente come stanno le cose a chi non è dentro questo settore. Si parla di grandi imperi e concessioni, ma purtroppo questo non ci riguarda minimamente. La nostra è una categoria di ditte individuali che lavorano in maniera onesta, che tutti i giorni rispettano l’ambiente, grate di avere in concessione un bene demaniale pubblico. Offriamo dei servizi, e su questo costruiamo la nostra impresa, in maniera sana. Abbiamo la fortuna di operare sul demanio di tutti, ma lo facciamo nell’interesse comune, non a nostro esclusivo vantaggio”.

Tramite un comunicato è intervenuta anche la presidente regionale del Sib, Claudia Comida: “Come ben noto, le famiglie e le imprese balneari sono al centro di uno scenario estremamente complesso che rischia di metterle in ginocchio per sempre – commenta –. Il pericolo è quello di distruggere un settore economico funzionante e di gran traino per l'intera Isola, oltre che i sogni e gli investimenti di piccole imprese, giovani e famiglie che hanno creduto ed investito nei propri territori, spesso svantaggiati e difficili, in periodi nei quali avere una concessione demaniale non interessava a nessuno”.

“L'assoluta incertezza e la precarietà nelle quali siamo piombati in seguito alle Sentenze gemelle del Consiglio di Stato ed alla successiva Legge 118 – aggiunge Comida – hanno avuto come risultato quello di bloccare gli investimenti e smettere di far crescere le nostre aziende. Il che, ovviamente, porta ad una perdita di competitività in un mondo che esige continui rinnovamenti, e che ci vede da sempre protagonisti delle ultime novità sul mercato ed al top nell'erogazione dei servizi, questo rappresenta un vero e proprio disastro”.

“Noi tutti siamo in trepidante attesa delle decisioni del nuovo Governo, convinti che sarà onorato l'impegno assunto a tutela della categoria balneare che di fatto costituisce un elemento di vantaggio competitivo del Paese nel mercato internazionale delle vacanze”, conclude la leader del sindacato.

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