Sassari

Abbabula e il ritorno di “Macbettu”

Lo spettacolo diretto da Alessandro Serra sarà al Teatro comunale mercoledì 27 aprile alle 21.00

Abbabula e il ritorno di “Macbettu”

Di: Antonio Caria, fotografia Alessandro Serra


Dopo aver fatto il giro del mondo, con oltre 100 repliche, ritorna a Sassari “Macbettu”, lo spettacolo diretto da Alessandro Serra e prodotto da Sardegna Teatro in collaborazione con la compagnia Teatropersona.

Un cosiddetto colpo all’ultimo secondo che andrà in scena, nell’ambito del festival “Abbabula”, mercoledì 27 aprile alle 21.00, al Teatro Comunale di Sassari.

Dopo aver debuttato nel 2017 al Teatro Massimo di Cagliari, Macbettu ha lasciato la Sardegna per conquistare le più importanti ribalte d'Europa e del mondo intero. Tnait i premi ricevuti: tra cui  Ubu 2017 allo Spettacolo dell’anno, premio della Critica Teatrale Anct 2017 e le tre stelle ai Mess Awards di Sarajevo: Best Director ad Alessandro Serra, the Golden Mask Award by Oslobodenje e the Luka Pavlovic Award by theatre critics. 

Uno spettacolo, tratta dal Macbeth di William Shakespeare, che vede nel ruolo di protagonisti Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Andrea Carroni, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu e Felice Montervino.

Queste le parole di Serra, che cura la regia, scene, luci e costumi: “Il Macbeth di Shakespeare recitato in sardo e, come nella più pura tradizione elisabettiana, interpretato da soli uomini. L’idea nasce nel corso di un reportage fotografico tra i carnevali della Barbagia. I suoni cupi prodotti da campanacci e antichi strumenti, le pelli di animali, le corna, il sughero. La potenza dei gesti e della voce, la confidenza con Dioniso e al contempo l’incredibile precisione formale nelle danze e nei canti. Le fosche maschere e poi il sangue, il vino rosso, le forze della natura domate dall’uomo. Ma soprattutto il buio inverno. Sorprendenti le analogie tra il capolavoro shakespeariano e i tipi e le maschere della Sardegna. La lingua sarda non limita la fruizione ma trasforma in canto ciò che in italiano rischierebbe di scadere in letteratura. Uno spazio scenico vuoto, attraversato dai corpi degli attori che disegnano luoghi e evocano presenze. Pietre, terra, ferro, sangue, positure di guerriero, residui di antiche civiltà nuragiche. Materia che non veicola significati, ma forze primordiali che agiscono su chi le riceve”. 

La traduzione in sardo e consulenza linguistica è opera di Giovanni Carroni, la collaborazione ai movimenti di scena Chiara Michelini mentre le musiche sono affidate alle pietre sonore di Pinuccio Sciola e le composizioni pietre sonore di Marcellino Garau. Per informazioni e prevendite  è possibile contattare “Le Ragazze Terribili” (079278275).

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