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Delitti Monni-Masala: a dicembre la sentenza della Corte d'appello di Sassari

Processo a battute finali con ultime arringhe

Delitti Monni-Masala: a dicembre la sentenza della Corte d'appello di Sassari

Di: ANSA


Su richiesta del procuratore generale Paolo De Falco, slitta dal 29 novembre al 5 dicembre la sentenza di appello nei confronti di Paolo Enrico Pinna, il giovane già condannato in primo grado a 20 di carcere per gli omicidi di Gianluca Monni e Stefano Masala. Conclusa l'arringa dell'avvocato della difesa Angelo Merlini, si è anche stabilito che le persone offese, ossia la famiglia Monni ed Eleonora Pala, tutelate dagli avvocati Margherita Baragliu, Antonello Cao e Rinaldo Lai, e la famiglia Masala, rappresentata dall'avvocato Caterina Zoroddu, depositeranno memorie entro il 27 novembre prossimo.

 

Per i due omicidi di cui è accusato, Pinna era finito sotto processo insieme al cugino Alberto Cubeddu, per il quale c'è un procedimento in corso davanti alla Corte d'assise di Nuoro. Per Pinna il Pg ha chiesto la conferma della condanna a 20 anni.

 

Si conoscerà il 5 dicembre, dunque, la sentenza della Corte d'appello di Sassari nel processo contro Paolo Enrico Pinna, il giovane all'epoca dei fatti minorenne già condannato nell'aprile scorso a 20 anni di carcere per il duplice omicidio di Gianluca Monni, lo studente di 19 anni ucciso a Orune l'8 maggio 2015 alla fermata del bus, e del 29enne Stefano Masala, scomparso da Nule il giorno prima dell'assassinio di Monni e mai più ritrovato.

Questa mattina è iniziata l'arringa dell'avvocato Angelo Merlini, che insieme al collega Agostinangelo Marras difendono Pinna: discussione che è tuttora in corso a porte chiuse. Il giudice, in apertura, ha però già fissato al 29 novembre la data dell'udienza per la replica del procuratore generale Paolo De Falco e per la sentenza.

Le tesi della difesa, in parte già enunciate lunedì scorso con la prima arringa dell'avvocato Marras, mirano a sgretolare l'impalcatura di accuse formulate dal pg. In particolare il collegio difensivo contesta la datazione della morte di Stefano Masala. Secondo gli avvocati dell'imputato, Masala non sarebbe morto il 7 maggio perché agli atti del processo celebrato in primo grado ci sono dichiarazioni di testimoni che hanno visto il ragazzo la sera dell'8 a Pattada.

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