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Earth day e raccolta differenziata della plastica: le sfide poste dall’emergenza Covid-19

Il festeggiamento non poteva non tenere conto della situazione che sta vivendo buona parte della popolazione mondiale, ovvero la pandemia Covid-19.

Earth day e raccolta differenziata della plastica: le sfide poste dall’emergenza Covid-19

Di: Redazione


Earth day e raccolta differenziata della plastica: le sfide poste dall’emergenza Covid-19

Questa settimana si è svolto il cinquantenario della giornata della Terra, una ricorrenza con cui l’Onu celebra l’ambiente e la salvaguardia del pianeta. Il festeggiamento non poteva non tenere conto della situazione che sta vivendo buona parte della popolazione mondiale, ovvero la pandemia Covid-19. La quarantena attualmente in vigore in molti paesi ha obbligato a svolgere in modalità telematica l’Earth Day, che però è stato ugualmente ricco di iniziative e appuntamenti on-line.

Tra le tematiche che sono state sollevate da esperti e attivisti di tutto il mondo vi è stata anche la raccolta differenziata, visto che è un argomento sempre molto attuale che pone in questo momento nuove problematiche e criticità da gestire.

Raccogliere i rifiuti separandoli implica infatti che vi sia un grande lavoro di organizzazione e smistamento da parte degli operatori ecologici. Questi ultimi, però, devono essere messi nelle condizioni di lavorare in sicurezza, continuando al contempo ad offrire un servizio che è stato definito dalla Commissione Europea come parte dei servizi essenziali ai cittadini e come uno degli ingranaggi della cosiddetta economia circolare (Fonte: Waste management in the context of the coronavirus crisis, 12 aprile 2020).

Da una parte, perciò, la necessità di far funzionare il servizio senza interruzioni, dall’altra quella di garantire la salute degli operatori, considerando anche che la presenza dei presidi sanitari di protezione individuale nei nostri sacchetti della spazzatura tenderà ad aumentare vertiginosamente nei prossimi mesi, e che perciò i sacchetti della spazzatura potrebbero trasformarsi in “mine vaganti”. Secondo dati diffusi dal Politecnico di Torino, infatti, nella fase 2 si arriverà ad un consumo di mascherine di circa 1 miliardo di pezzi al mese. Come andranno smaltite? Purtroppo in questo caso, il principio dell’ecologia dovrà arrendersi alle necessità di contenere l’emergenza sanitaria, e dunque per ora non sembra possibile riciclare le mascherine o i guanti, che devono essere gettate nella spazzatura indifferenziata in modo da essere destinate il prima possibile agli inceneritori. Le regole per la raccolta differenziata di questi rifiuti “pericolosi” sono state riunite in uno speciale vademecum creato dal Gruppo di Lavoro ISS Ambiente e Gestione dei Rifiuti, e chiamato (Indicazioni ad interim per la gestione dei rifiuti urbani in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus sars-cov-2. Versione del 14 marzo 2020. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2020, Rapporto ISS COVID-19, n.3/ 2020). Al suo interno sono contenute le seguenti raccomandazioni: le persone in quarantena obbligatoria a causa dell’infezione devono sospendere la raccolta differenziata e conferire i loro rifiuti ad operatori specializzati addestrati per questo. Le persone che non sono infette possono continuare a svolgere la raccolta differenziata come di consueto, ma ricordandosi di gettare i dispositivi di protezione individuale e i fazzoletti usati nella raccolta indifferenziata utilizzando almeno due sacchetti e verificando che il contenuto non possa bucare la busta o fuoriuscire. Questo per non mettere a rischio la salute degli operatori e per non creare altri focolai.

 

Earth Day 2020 e ripartenza green: se non ora quando?

Ma torniamo all’Earth Day e alle sfide che ha posto sul tema della raccolta e del riciclo dei rifiuti, in particolare della plastica. Perché se è vero che l’emergenza Covid-19 ha imposto alcune deroghe al riciclo, è anche vero che gli ecologisti puntano a sfruttare lo stop imposto all’economia come un’occasione di svolta, chiedendo una ricostruzione post-covid proprio a partire dalla questione green.

Se la plastica continua ad essere uno dei rifiuti più pericolosi per l’ambiente, è anche uno dei materiali che si prestano maggiormente ad essere immessi nell’economia circolare. I dati diffusi dal Consorzio Nazionale per la Raccolta , Riciclo e Recupero degli imballaggi in plastica (Corepla) in occasione dell’Earth day, per fortuna, sono molto buoni. In Italia, nel 2019, è stato recuperato più del 90% degli imballaggi di plastica, con una reimmissione nell’economia circolare di 2.082 tonnellate di materiali plastici.

Il Ministero dell’Ambiente ha invece sottolineato l’importanza del momento storico per mettere sul tavolo della politica la questione ambientale. Proprio sul tema del riciclo, in queste settimane di emergenza il Ministro Costa ha promosso una campagna per il riciclo e il riuso tra le mura domestiche, proseguendo nell’opera di sensibilizzazione che ha portato il Ministero, già due anni fa, a dichiararsi completamente plastic free, abolendo le bottigliette e tutti gli altri contenitori monouso in plastica. Alla campagna del Ministero hanno poi aderito numerosi altri enti pubblici e associazioni, e tutti si sono impegnati a seguire le poche semplici regole dettate, tra cui quella delle 4R  (riduci, riutilizza, ricicla, recupera).

Questo rientra nella tendenza generale degli uffici di adottare soluzioni più green diminuendo il consumo di plastica, oppure garantendo una corretta raccolta differenziata addirittura scegliendo dei contenitori in carta riciclata (ce ne sono con percentuali di carta riciclata che arrivano anche al 65%) anziché a loro volta in plastica. La cosa importante, soprattutto quando con la fase 2 molte aziende riapriranno i battenti, sarà riuscire a garantire igiene e sicurezza senza rinunciare al corretto smaltimento dei rifiuti, così da non arretrare rispetto ai dati incoraggianti che sono stati diffusi proprio in relazione all’Italia in occasione dell’Earth Day.

 

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