Non si placa la bufera politica sulle nomine dei commissari delle Asl di Oristano e Nuoro. «Vergogna pentastellata», attaccano i sardisti Solinas e Moro, che accusano la Giunta Todde di aver trasformato la Regione «nel più grande poltronificio di sempre». Dopo anni passati «a sbraitare sui requisiti dei nominati dalla Giunta Solinas», il Movimento 5 Stelle, secondo il Psd’Az, avrebbe «dimostrato tutta la sua inadeguatezza» scegliendo «senza requisiti fondamentali» Federico Argiolas e Angelo Zuccarelli, nominati commissari rispettivamente a Oristano e Nuoro.

«Questo significa gettare nel caos i sistemi sanitari di quei territori», denunciano Solinas e Moro, che paventano l’incertezza sugli atti già adottati, oltre a «risarcimenti esorbitanti» per i manager rimossi anticipatamente per far spazio a quella che definiscono «una lottizzazione pentastellata della sanità sarda».

Solinas e Moro rincarano: «Cara propaganda pentastellata, la pezza è peggio del buco!». Ricordano che la legge richiede cinque anni di direzione negli ultimi sette per le aziende sopra i 500.000 abitanti, mentre l’idoneità limitata nasce solo estendendo il calcolo ai dieci anni precedenti. «Avevano proposto riesame? Se sì, è stato respinto. Se no, hanno accettato la limitazione. A volte sarebbe meglio informarsi prima».

A rafforzare l’attacco arriva anche Corrado Meloni (Fratelli d’Italia): «La fretta di occupare le poltrone della sanità sarda, tanto da sacrificare il bilancio regionale per quattro mesi, potrebbe aver giocato un brutto scherzo ai pentastellati», dichiara, facendo riferimento all’ultimo aggiornamento dell’elenco nazionale dei direttori generali. «Due commissari nominati dalla Giunta Todde non avrebbero più i requisiti necessari, risultando idonei solo nelle regioni con popolazione inferiore a 500.000 abitanti, quindi non per la Sardegna».

Meloni chiede chiarezza immediata: «La presidente Todde deve spiegare se i due commissari possono continuare a esercitare il loro ruolo e se i loro atti siano validi ed efficaci». E avverte: «Il Campo largo è spesso in fibrillazione sui temi sanitari, tanto che le nomine sono state fatte senza il consenso del Partito democratico. Chissà quanto durerà la pazienza del maggior azionista della coalizione».

Non si fa attendere la risposta dell’assessore regionale della Sanità Armando Bartolazzi, che parla di accuse «strumentali e in mala fede». «Tutto è avvenuto nel rigoroso rispetto delle norme vigenti: entrambi, al momento della designazione, figuravano a pieno titolo e senza limitazioni nell’elenco nazionale degli idonei. I diretti interessati faranno immediatamente ricorso», conclude. «Non esiste nessuna discussione sulla legittimità della loro nomina e dei loro atti».

A smontare le accuse interviene anche la Asl 5 di Oristano: «Il mandato del commissario Argiolas è pienamente valido e legittimo, conferito quando era in possesso di tutti i requisiti. La pubblicazione del nuovo elenco non ha effetto retroattivo: qualunque ipotesi di illegittimità è strumentale e priva di fondamento. Il mandato proseguirà senza interruzioni», chiarisce in una nota.