In occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che ricorre il 25 novembre, la Clinica Psichiatrica dell'Azienda ospedaliera universitaria di Sassari partecipa alla quinta edizione dell'(H) Open Week promossa dalla Fondazione Onda ETS, prevista dal 21 al 27 novembre.

L'iniziativa mira a incoraggiare le donne che sono vittime di violenza a chiedere aiuto e a usufruire dei servizi dedicati disponibili. Pertanto, il 21 novembre presso gli ambulatori di viale San Pietro 8, quarto piano (ex palazzo delle Medicine), saranno offerte visite psichiatriche gratuite con un accesso dedicato e in un ambiente sicuro.

L'adesione dell'Aou di Sassari fa parte di un più ampio impegno intrapreso dalla Fondazione Onda a partire dal 2021, che nel 2025 ha condotto a una nuova indagine nazionale condotta in collaborazione con Elma Research e a una campagna di sensibilizzazione per contrastare i pregiudizi culturali e promuovere la parità di genere. L'attenzione di quest'anno è incentrata sull'educazione alla prevenzione della violenza, promuovendo la consapevolezza sulle discriminazioni di genere e sostenendo relazioni basate sul rispetto reciproco.

 "Abbiamo deciso anche quest’anno di aderire all’(H) Open Week perché la violenza contro le donne è prima di tutto un tema di salute pubblica. Il nostro compito, come struttura sanitaria, è offrire ascolto, protezione e percorsi specialistici che aiutino le donne a ritrovare sicurezza e autonomia. Vogliamo dire con forza che chiedere aiuto è un atto di coraggio, mai un motivo di vergogna. La Clinica psichiatrica dell’Aou di Sassari sarà sempre un luogo aperto e accogliente, pronto a sostenere chi vive situazioni di fragilità", ha dichiarato Alessandra Nivoli, direttrice della Clinica psichiatrica dell’Aou di Sassari.

La violenza contro le donne è un fenomeno allarmante su scala mondiale, coinvolgendo una donna su tre. Le sue conseguenze vanno dall'isolamento alla difficoltà nel lavoro e nell'assistenza ai figli, con impatti duraturi sulla salute mentale, sessuale e riproduttiva.

Le forme più diffuse di violenza includono abusi verbali, violenza psicologica e stereotipi di genere, insieme a comportamenti come stalking e relazioni tossiche, riportati da una percentuale significativa di intervistati in uno studio condotto da Onda–Elma Research.

Nonostante il 67-68% degli intervistati dichiari l'intenzione di intervenire in casi di violenza, solo il 12-13% agisce effettivamente. Questo divario è spesso causato dall'incertezza su come reagire. È quindi fondamentale investire in informazione, educazione e sviluppo delle competenze sociali e relazionali fin dai primi anni scolastici per affrontare efficacemente questa problematica.

"La violenza contro le donne è un tema che deve riguardare tutti noi, uomini e donne, e che troppo spesso viene ignorato. Denunciare, chiedere aiuto e intervenire non devono essere considerati solo atti individuali, ma gesti che possono innescare un cambiamento collettivo. È necessario abbattere quei pregiudizi culturali radicati che ancora oggi, sia nelle relazioni di coppia, che famiglia o sul lavoro, alimentano discriminazioni e violenze, e negano alle donne un riconoscimento paritario. Per fare questo, è necessario educare alla consapevolezza, al riconoscimento e al rifiuto di tutte le forme di violenza. Solo attraverso un impegno educativo condiviso e continuo potremo costruire una società basata sulla cultura del rispetto e della parità, e offrire a chi subisce violenza il coraggio e il sostegno per spezzare il silenzio", ha affermato Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda.