PHOTO
Le braccia si intrecciano formando una X in segno di lutto per la vita spezzata, mentre altre braccia si protendono verso l'alto, simbolo di attesa e di perdono. Ai lati, immagini evocative dell'eterno riposo e dell'arma del delitto, mentre un albero della vita commemora il luogo in cui il corpo è stato ritrovato.
Si tratta di un altorilievo, realizzato dall'artista sardo Nicola Urru, sulla spiaggia di Platamona in Sardegna, in memoria di Cinzia Pinna, la trentatreenne di Castelsardo uccisa lo scorso 11 settembre all'interno di un casolare nella tenuta Concaentosa tra Palau e Arzachena.
"L'atto stesso del femminicidio è la manifestazione estrema della violenza di genere, un sintomo di una società che non ha ancora sradicato la cultura del possesso e della sopraffazione - scrive sui social - La brutalità dell'atto, spesso ai danni di una persona in uno stato di vulnerabilità, mette in luce una pericolosa disumanizzazione che consente di vedere la vittima non come persona, ma come oggetto od ostacolo. L'enfasi sulla carriera o sullo status sociale dell'omicida, come i suoi vini, rispetto all'efferatezza del crimine e alla vita della vittima è un problema ricorrente. Questo approccio può minimizzare il crimine e dare spazio alla "storia di successo" dell'assassino. Tutto questo, distoglie dall'orrore del femminicidio e dalla responsabilità penale - aggiunge - È fondamentale che l'attenzione si concentri sulla vittima e sulla necessità di una cultura del rispetto per contrastare la violenza di genere, esigendo dai media un resoconto che sia rispettoso, etico e concentrato sulla grave ingiustizia subita da Cinzia".

