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Confusione e tensioni si accumulano nelle campagne dell'Isola nel pieno della crisi sanitaria legata alla dermatite bovina che da diverse settimane ha creato lo stato d'allarme fra aziende agricole e allevatori. Nonostante le rassicurazioni fornite dalla Regione Sardegna, gli abbattimenti anche dei capi sani previsti per le mandrie interessate dai focolai continuano a infiammare il dibattito e creare malcontento.
Fra gli allevatori coinvolti c'è Patrizio Spina di Oniferi. Alcuni dei suoi capi hanno contratto l'infezione a metà luglio e da allora la sua mandria rischia di essere abbattuta per intero. Intervistato da Sardegna Live, Spina ha espresso tutta la propria amarezza e preoccupazione per una situazione che da lunghe settimane gli ha tolto serenità e rispetto alla quale, affiancato dalla famiglia e in collaborazione con diversi colleghi supportato dai colleghi, sta provando a trovare una soluzione.
"HO VACCINATO SUBITO TUTTI I CAPI"
"Io avevo un focolaio in azienda già da metà luglio – racconta Spina a Sardegna Live –. Mi hanno fatto vaccinare tutti i capi e sono state abbattute le mucche che presentavano già gravi sintomi. Non le rimpiango, erano animali destinati a morire. Il 27 luglio, noi allevatori del territorio, le cui vacche erano state contagiate, siamo stati convocati dal capo servizio veterinario di Nuoro. Ci ha informato del fatto che i vaccini erano arrivati, ci siamo confrontati con lui e abbiamo posto una serie di domande rendendoci poi disponibili. Io ho vaccinato a fine luglio oltre un centinaio di capi, fortunatamente non a spese mie".
"La mia esperienza col vaccino non è stata negativa: nessun effetto collaterale, addirittura alcune mucche hanno in seguito regolarmente partorito e, per quanto ne so, anche i colleghi di questa zona hanno riportato un'esperienza simile alla mia".
"Ero talmente soddisfatto che ho consigliato a diversi colleghi scettici di procedere con le vaccinazioni, ho persino chiamato la stampa per mostrare le condizioni di salute del mio bestiame in netto miglioramento. L'11 agosto la doccia fredda: mi è arriva la notizia dell'abbattimento totale della mandria".
"ALLA NOTIZIA DELL'ABBATTIMENTO HO PERSO I SENSI"
"Come l'ho presa? È stato un duro colpo – spiega Patrizio Spina a Sardegna Live –. Mi ha letteralmente buttato a terra. Quando ho ricevuto l'aggiornamento stavo per perdere i sensi, e mi ha tenuto in piedi chi era con me. Tutt'oggi non sto per niente bene. La domanda che mi tormenta è: perché ci hanno fatto vaccinare gli animali se poi la decisione è stata quella dell'abbattimento totale? Io per primo ritengo necessaria la soppressione dei capi malati, ma tutti gli esemplari sani o presunti tali perché abbatterli? Si facciano i prelievi e si verifichino le condizioni di salute prima di annientare il capitale delle aziende".
L'abbattimento era previsto per ieri, 13 agosto. "La sera dell'11 agosto ho informato l'Asl del fatto che avevo inoltrato un ricorso – ancora Spina – e mi è stato detto che la ditta incaricata degli abbattimenti stava già arrivando dalla penisola. Ma avrò diritto a presentare un ricorso e attendere l'esito prima che la mia mandria venga completamente distrutta?".
UN PRESIDIO PACIFICO HA FERMATO I VETERINARI
Mentre nella mattinata di mercoledì l'allevatore di Oniferi attendeva con rassegnazione i veterinari incaricati di sopprimere il bestiame, un colpo di scena. "Alla fine non sono mai arrivati – racconta –. Più tardi ho capito che numerosi vicini di pascolo, ma anche colleghi che neppure conosco, si erano dati appuntamento non lontano dalla mia azienda, organizzando una manifesrazione pacifica per protestare contro il provvedimento che mi ha colpito e manifestarmi la propria vicinanza. Per me è stata una sorpresa, non ne sapevo nulla. Mi hanno detto di essere dispiaciuti per te e di sentirsi sulla mia stesa barca".
"LE VACCHE SON SANE, MA STANNO UCCIDENDO NOI"
Patrizio Spina è esasperato: "Ci tengo a sottolineare una cosa: le mucche sono sane, ma stanno ammazzando le famiglie come la mia. Il mio cuore è sano, ma da quando ho ricevuto la notizia dell'abbattimento sto soffrendo di tachicardia e non sto bene".
L'abbattimento è stato momentaneamente rimandato. "Ora dovrò attendere l'esito del ricorso che è un ricorso collettivo al quale hanno partecipato anche altri allevatori – dichiara ancora l'allevatore barbaricino –. Le mandrie come la mia rappresentano un patrimonio non solo economico, ma anche sociale e ambientale. Non è unicamente una questione legata al nostro reddito o ai ristori, a questi animali abbiamo dedicato la vita. Sono razze selezionate nel corso di decenni e secoli dai nostri padri e dai nostri nonni, rappresentano una ricchezza per tutti e questo abbattimento indiscriminato genererebbe un danno non solo per le nostre aziende, ma per l'intera Sardegna".