PHOTO
Potrebbe nascondersi da qualche parte in Sardegna Elia Del Grande, l'uomo che 27 anni fa sterminò la sua famiglia a Cadrezzate (Varese). Condannato in appello a 30 anni di detenzione, dopo soli 25 era tornato in libertà stabilendosi a Telti, in Sardegna, dove vive la compagna.
Dopo una serie di liti con i vicini di casa, però, i giudici lo avevano ritenuto socialmente pericoloso disponendo che trascorresse alcuni mesi nella casa-lavoro di Castelfranco Emilia, fra Bologna e Modena, che ospita persone coinvolte in programmi di reinserimento. Da lì, il 30 ottobre è fuggito dopo essersi calato da una finestra con una fune rudimentale realizzata con dei cavi elettrici.
CHI È ELIA DEL GRANDE
Elia Del Grande aveva 22 anni quando nel 1998 uccise il padre, la madre e il fratello a Cadrezzate in quelle passata alle cronache come la "strage dei fornai", perché la famiglia gestiva una nota panetteria.
Fin da giovane aveva avuto problemi di droga e alcuni guai con la giustizia. Così i genitori lo avevano mandato a Santo Domingo, dove la famiglia gestiva alcune proprietà immobiliari. Lì aveva intrattenuto una relazione sintimentale con una ragazza, da subito osteggiata dai genitori.
Il 7 gennaio 1998, dopo aver assunto cocaina, uccise a colpi di fucile il padre Enea, 58 anni, la madre Alida, 53, e il fratello Enrico, 27, mentre si trovavano in casa. Il movente del triplice omicidio venne individuato nei contrasti familiari legati alla sua frequentazione amorosa con la ragazza americana, che Elia avrebbe voluto sposare contro il parere del papà e della mamma.
Dopo la strage, il giovane fuggì in Svizzera. Intercettato e arrestato, confessò il triplice delitto venendo condannato all'ergastolo in primo grado e a 30 anni in appello dopo il riconoscimento della semi-infermità mentale.
"MI STAVO RICOSTRUENDO UNA VITA"
"Pago lo scotto del mio nome e di quello che ho commesso – ha scritto Del Grande, dopo la fuga, in una lettera indirizzata alla testata giornalistica Varese News –, stavo ricostruendomi una vita. Il mio gesto è dovuto alla totale inadeguatezza che ancora incredibilmente sopravvive in certi istituti, come le case lavoro, che dovrebbero tendere a ri-socializzare e reinserire con il lavoro, per l'appunto cosa che non esiste affatto, le case lavoro di oggi sono in realtà i vecchi Opg dismessi nel 2015, grazie a una legge stimolata da qualcuno che ha voluto aprire gli occhi su quello scempio che era ancora in essere, cosa che non è accaduto per le case di lavoro che in realtà sono recipiente di coloro che hanno problemi psichiatrici e che non hanno posto nelle Rems".
Le case di lavoro, aggiunge Del Grande, sono "delle carceri effettive in piena regole, con sbarre, cancelli e polizia, regole e doveri. Con la piccola differenza che chi è sottoposto alla casa di lavoro non è un detenuto, bensì un internato, ovvero né detenuto, né libero. Il disagio che ho visto lì dentro credo di non averlo mai conosciuto e sono scappato, anzi mi sono allontanato".
Sei giorni fa l'uomo ha aperto anche un account su Facebook dove ha pubblicato alcune foto e un post dove esprime una denuncia analoga a quella espressa nella lettera.
DOVE SI TROVA DEL GRANDE?
Gli inquirenti ritengono che Del Grande possa nascondersi proprio nei dintorni di Cadrezzate, suo paese di origine, dove era tornato anche a vivere per un breve periodo.
Ma il fuggitivo, viste le origini della compagna, che era andata a trovarlo proprio pochi giorni prima della scomparsa, potrebbe trovarsi anche in Gallura dove lui stesso ha vissuto per qualche tempo. Già nel 2015 tentò di evadere dal carcere di Pavia, organizzando insieme alla donna un trasferimento che avrebbe dovuto condurlo nell'Isola.



