"Chiediamo a chiunque fosse a Calamosca quella mattina di presentarsi alle Forze dell’Ordine. Anche il dettaglio più piccolo può cambiare tutto. Il tempo per trovare Martina è adesso".

Con questo appello, affidato a un post sui social, la famiglia di Martina Lattuca riaccende i riflettori sulla scomparsa della donna, svanita nel nulla il 18 scorso novembre nella zona di Calamosca, a Cagliari.

Nel messaggio, la cugina respinge con forza le ricostruzioni considerate "di comodo", "Da tre settimane mia cugina, una ragazza buona, timida e riservata, è scomparsa nel nulla… in una città piena di telecamere, antenne e persone. Ci è stato chiesto di credere che abbia affrontato da sola un tratto pericoloso, sotto la pioggia, quando non lo avrebbe mai fatto. Martina merita la verità. La merita lei, suo figlio e la nostra famiglia".

La scomparsa

Martina, 49 anni, sarebbe arrivata in auto a Calamosca il 18 novembre. Una telecamera l’ha ripresa mentre camminava con un ombrello: è l’ultima immagine disponibile che la ritrae. Immediatamente sono scattate le ricerche imponenti con Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino, Guardia Costiera e droni. Ritrovati solo lo zaino e due scarpe, in punti diversi. Ma di Martina, oggi mercoledì 10 dicembre, nessuna traccia.

I dubbi

La famiglia non considera plausibili le ipotesi di un gesto volontario o di un incidente, "Ci è stato chiesto di credere che le correnti abbiano trascinato via un corpo vestito, pesante, ma non le sue scarpe, ritrovate là sotto pressoché intatte. Una ritrovata dopo ventiquattr'ore dalla scomparsa, l'altra dopo cinque giorni, incuranti del vento e delle correnti che, invece, avrebbero portato via Martina. Entrambe praticamente nuove, come se non avessero mai toccato rovi, pietre o un percorso particolarmente impervio e reso ancora più scivoloso dalla pioggia. Ci è stato chiesto di credere che dopo un salto di oltre settanta metri, il suo zainetto da città sia rimasto integro, con tutto il contenuto all’interno son le cinghie ancora laccate", scrive la cugina nel post.

L’appello

La famiglia chiede ai media e alle istituzioni di non lasciare cadere il caso e invita chiunque fosse nei dintorni di farsi avanti, "Non fermiamoci al silenzio: Martina potrebbe ancora essere viva".