In Italia, oltre un terzo degli adulti si trova in uno stato di analfabetismo funzionale e quasi la metà affronta gravi difficoltà nel risolvere i problemi. Secondo l'indagine Piacc dell'Ocse sulle competenze degli adulti, l'Italia si colloca tra gli ultimi posti tra i Paesi industrializzati, occupando l'ultimo posto tra i principali, con un aumento significativo delle persone che hanno difficoltà nella lettura e nella matematica. Questi dati sono allarmanti.

L'indagine ha evidenziato che gli italiani si posizionano tra 15 e 20 punti al di sotto della media OCSE nella comprensione dei testi scritti, nell'elaborazione delle informazioni numeriche e nella risoluzione di problemi complessi. In particolare, il 35% degli adulti italiani rientra nella categoria degli "analfabeti funzionali", persone che hanno difficoltà a comprendere e utilizzare le informazioni nella vita quotidiana nonostante siano in grado di leggere e scrivere.

Le difficoltà in matematica riflettono quelle nella lettura, con il 35% degli adulti italiani che fatica con operazioni più complesse rispetto ai calcoli di base. Solo il 6% raggiunge livelli di eccellenza, meno della metà della media OCSE del 14%, influenzando così la capacità del Paese di innovare e competere a livello globale.

Nonostante persista un divario di genere, specialmente in matematica dove gli uomini ottengono risultati migliori, questo divario scompare nei laureati in discipline STEM. Ciò suggerisce che il problema non risiede nelle capacità intrinseche, ma piuttosto negli stereotipi culturali che influenzano le scelte formative delle donne.

La disparità tra Nord e Sud emerge chiaramente: le regioni settentrionali e centrali si allineano spesso alla media OCSE, mentre il Mezzogiorno registra valori costantemente inferiori. L'unica area del Paese che raggiunge la sufficienza nella comprensione e nell'utilizzo dei numeri è il Nord-Est, mettendo in luce un'Italia divisa in due velocità.

L'età gioca un ruolo fondamentale in questa situazione, con i giovani tra i 16 e i 24 anni che mostrano risultati incoraggianti, superando la media nazionale e, in alcuni casi, anche i loro coetanei più anziani. Tuttavia, questo vantaggio sembra dissolversi con l'avanzare dell'età, rivelando una preoccupante tendenza alla perdita di competenze nel corso della vita lavorativa.