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L'allarme per il virus West Nile rimane elevato. In Italia, i casi stanno aumentando e il numero delle vittime continua a salire: attualmente sono nove le persone decedute dall'inizio dell'anno, con gli ultimi due decessi avvenuti ieri, mercoledì 30 luglio. Anche il numero stimato di infezioni sul territorio nazionale desta preoccupazione, con almeno 10mila casi, la maggior parte dei quali asintomatici.
Si prevede un picco dei casi dopo Ferragosto, ma ciò che preoccupa maggiormente è l'imprevedibilità di questo virus trasmesso dalle zanzare Culex. Le ultime vittime sono entrambe nel Casertano: un uomo di 73 anni deceduto in ospedale nella città principale in cui era ricoverato, e un 76enne residente in una struttura sanitaria a Grazzanise. Questi decessi portano a quattro il numero di morti in Campania e a nove in Italia. Entrambi i pazienti avevano già problemi di salute precedenti.
Il numero dei casi confermati sta aumentando rapidamente, con due nuovi casi segnalati ieri in Lombardia: una 38enne a Milano e una 66enne a Pavia, di cui solo quest'ultima è attualmente ricoverata. In Campania sono stati confermati altri due casi oggi, uno dei quali in condizioni gravi. A L'Aquila si sta indagando su un caso sospetto. Per quanto riguarda le donazioni di sangue, vengono effettuati test specifici sulle sacche nelle province in cui è stata riscontrata la presenza del virus. Nei territori non colpiti dal virus, se non sono previsti test, i donatori devono astenersi per 28 giorni se hanno soggiornato in zone a rischio. Le istituzioni chiedono alla popolazione di mantenere la calma: il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, afferma che non c'è un'emer-genza legata al West Nile, mentre il direttore generale del Welfare di Regione Lombardia, Mario Melazzini, assicura che la situazione è sotto controllo e invita i cittadini a rimanere tranquilli.
Il numero delle infezioni appare però in aumento. Attualmente in Italia, afferma all'ANSA Federico Gobbi, direttore Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali e Microbiologia dell'Irccs Ospedale Sacrocuore Don Calabria Negrar, "è possibile stimare la presenza di almeno 10mila infezioni da virus West Nile, la maggior parte asintomatiche". Il calcolo è effettuato sulla base del numero attuale di decessi registrati nel 2025. Le infezioni, avverte l'esperto, "potrebbero aumentare ma è difficile ipotizzare come andrà, perchè questo virus è imprevedibile sia in relazione al target di persone che verrà colpito sia nell'andamento". Cruciali restano, dunque, la sorveglianza e il monitoraggio: "Purtroppo, se ci saranno più infezioni - afferma - aumenteranno inevitabilmente sia i casi gravi di neuro-encefalite sia i decessi". Anche Antonello Maruotti, ordinario di Statistica all'università Lumsa, stima che nelle prossime settimane "i casi continueranno ad aumentare: la curva di solito comincia a crescere da metà luglio raggiungendo il picco fra la seconda e la terza settimana di agosto. Per poi scendere rapidamente subito dopo".
La Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) ha preso iniziative significative per affrontare la diffusione della febbre West Nile sul territorio nazionale. Attivando la rete degli ospedali sentinella, la Fiaso mira a supportare il monitoraggio dell'andamento della malattia dopo i recenti focolai registrati in varie zone del Paese.
Un'"azione concreta per garantire una sorveglianza precoce e coordinata dei casi e contribuire alla sicurezza dei cittadini, in collaborazione con le autorità sanitarie regionali e nazionali", afferma Fiaso. "La rete delle aziende sanitarie è pronta a fare la sua parte. Con l'attivazione degli ospedali sentinella, mettiamo a disposizione un'infrastruttura di monitoraggio capillare e affidabile, che ha già dimostrato la sua efficacia durante la pandemia da Covid-19", sottolinea Giovanni Migliore, presidente Fiaso.