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Sassari-Olbia. La via crucis dei sardi

E' andato via in un attimo Claudio, Claudietto, come lo chiamano gli amici che adesso lo piangono, spazzato via con violenza da un improvviso e inaspettato vento assassino di questo caldo autunno italiano.

Sassari-Olbia. La via crucis dei sardi

Di: Redazione Sardegna Live


 

E’ andato via in un attimo Claudio, Claudietto, come lo chiamano gli amici che adesso lo piangono, spazzato via con violenza da un improvviso e inaspettato vento assassino di questo caldo autunno italiano.

Non ha avuto neanche il tempo di sbocciare, giovane com’era coi suoi vent’anni freschi sotto al sole di un’esistenza che doveva ancora scoprire. Si sentiva sicuro e protetto Claudietto, non ci si può sentire in altro modo quando alla guida dell’auto è tuo padre, che è da quando eri piccolo che lo vedi tenere il volante con mano forte e non ti aspetteresti mai che possa succedere qualcosa di brutto. Si sentiva sicuro, col fratello maggiore al suo fianco e la mamma e la vita davanti.

Poi è arrivato quel vento incosciente, omicida e ubriaco, che ha interrotto con prepotenza la sua storia, la sua breve storia di ragazzo ben voluto da tutti. Lo si capisce bene visitando la sua pagina Facebook: sono in tanti a salutarlo con strazio e malinconica consapevolezza. Claudio Zintu aveva il diritto di vivere, così come lo avevano Mario e Francesca, i genitori di questa famiglia devastata in uno spaventoso istante in quella Sassari-Olbia che è sempre più via crucis, lastricata di promesse dimenticate e grondante di sangue che chiede giustizia. Ha lottato come un leone, raccontano, appeso alla vita in un lettino d’ospedale come un acrobata sicuro di sé. Alla fine il suo “corpicino esile” non ce l’ha fatta e si è arreso alla potenza del dramma che gli si era abbattuto addosso.

Gli organi di Claudio verranno donati regalando speranza e sorrisi ad altre vite difficili, ora è il tempo delle cerimonie e dei proclami, dei lutti cittadini, degli uffici chiusi. Dopo, quando si tornerà al lavoro, il mondo andrà avanti distratto e anche questa storia sarà dimenticata. O forse no. Sono più di 90 le croci seminate in quasi vent’anni lungo tutta la Sassari-Olbia, una delle arterie più trafficate dell’isola. Inadeguata, urlano alcuni. Certo non basta la larghezza della carreggiata a salvare i viaggiatori dalla follia di un autista irresponsabile. Il fratello Salvatore, l’unico superstite, nel frattempo, combatte con grinta contro la morte al “San Francesco” di Nuoro. Lontano dal macello di Ardara, ancora non sa. Dorme, silenzioso, in attesa che qualcuno lo svegli da questo brutto incubo.

 

 

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