E' una polemica che va avanti da giorni quella riguardante l'episodio accaduto sul finale di Milan-Lazio, nell'anticipo serale di sabato scorso. Protagonista l'arbitro Giuseppe Collu, 35 anni, appartenente alla Sezione AIA di Cagliari. Il cagliaritano era stato designato come direttore di gara del match, e, sull'1-0 per i padroni di casa, allo scoccare del 95' si è trovato di fronte a una situazione di difficilissima gestione.

COSA E' SUCCESSO

Ricapitoliamo: su un cross in area del Milan, Alessio Romagnoli, grande ex della partita, colpisce al volo e indirizza verso la porta, ma la palla si infrange su Pavlovic, difensore rossonero, e finisce sul fondo. Collu assegna il corner per la Lazio, ma i biancocelesti recriminano un calcio di rigore per un presunto fallo di mano. Qualche attimo di attesa: il Var richiama Collu al monitor per valutare la dinamica.

Inizia un parapiglia: passeranno diversi minuti prima che il direttore di gara possa rivedere l'azione. Massimiliano Allegri, allenatore del Milan, viene espulso dopo aver lasciato l'area tecnica per scambiare quattro parole con l'arbitro, e mentre abbandona il campo va a muso duro con un dirigente laziale che a sua volta viene sanzionato col rosso. Nel frattempo, giocatori di Milan e Lazio accerchiano Collu dando il via a una serie di giochi psicologici per influenzarne la decisione.

Con non poca fatica, l'arbitro si fa spazio e riesce a rivedere la dinamica dell'azione. Pavlovic effettivamente tocca con un braccio, ma è girato da un'altra parte perché impegnato in un duello fisico col laziale Marusic (una serie di trattenute reciproche). La sfera colpisce il gomito del rossonero, che tuttavia era in quella posizione anomala proprio perché "impegnato" nel duello difensivo.

Dopo una serie di replay, Collu si dirige verso il dischetto di centrocampo, fa il canonico segno del monitor e apre il microfono: "A seguito di revisione, il giocatore del Milan colpisce il pallone con il braccio fuori sagoma - pausa teatrale, i laziali esultano e i milanisti si disperano - Ma... prima il giocatore della Lazio (Marusic, ndr) commette fallo. Decisione: calcio di punizione per il Milan". E scoppia la gioia dei rossoneri.

POLEMICA E... ASSOLUZIONE

La partita termina col Milan vincente (1-0), ma la Lazio non ci sta e annuncia silenzio stampa. La società capitolina ritiene ingiusto il fallo assegnato per una normale trattenuta in area, come spesso accade in partita. Seguono giorni di dibattiti e contrasti fra opinionisti e tifosi. Esperti ed ex calciatori invitati ai salotti tv sono quasi tutti concordi: il fallo di mano non era punibile. La classe arbitrale condanna il Var: non doveva richiamare Collu, non c'erano gli estremi per un rigore. I tifosi però si domandano: se non era rigore, perché dopo la revisione lo stesso Collu lo ha comunque considerato tale annullandolo solo per un fallo inesistente? Secondo alcuni, un tentativo di rimediare per via trasversale all'errore del Var.

Ma l'ultima parola spetta ai vertici arbitrali: l'AIA sembra aver apprezzato la gestione dell'arbitro di Cagliari, indotto "in errore" dal collega al Var, Di Paolo, che infatti verrà fermato per un turno con rientro dalla Serie B. Riassumendo: per i vertici il braccio di Pavlovic - considerata la dinamica - non era punibile. Collu aveva valutato correttamente e il Var non lo avrebbe dovuto richiamare al monitor.

Alla fine, in sostanza, il direttore di gara avrebbe preso la decisione corretta, ma probabilmente per la via sbagliata: non ha dato il rigore (che, effettivamente, secondo regolamento non parrebbe esserci), ma lo ha fatto assegnando un fallo contro la Lazio per una trattenuta che, di fatto, non sembra essere così netta. Seguendo questo ragionamento, se non avesse valutato la trattenuta fallosa, avrebbe assegnato il penalty.

Pochi istanti che generano tensioni e polemiche: uno spaccato del calcio odierno, fatto di frame, revisioni e pressioni schiaccianti, dove l'occhio umano è costretto all'infallibilità, pena la gogna mediatica. Nonostante la baraonda, la valutazione finale sembra chiara: Collu promosso, bocciato il varista. Qualche giorno per riorganizzare le idee, poi un nuovo finesettimana di polemiche. La dura vita dell'arbitro.