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Sabato 31 maggio, alle ore 21, all’Allianz Arena di Monaco, Inter e Paris Saint Germain sono chiamate all’appuntamento con la storia. La prima finale del nuovo formato Champions sarà fra le due compagini, italiana e francese, rivelazioni della spedizione europea. Milanesi e parigini hanno infatti superato la concorrenza di formazioni più quotate (Bayern e Barcellona per l’Inter, Liverpool per il Psg, che ha battuto anche l'Arsenal) spianandosi la strada verso la finale a suon di gol e prestazioni.
Per i nerazzurri si tratta di un ritorno dopo solo due anni dalla sconfitta col Manchester City di Guardiola: di quella formazione l’ossatura è rimasta praticamente intatta, così come la guida tecnica è ancora nelle mani ad Inzaghi. Un fattore non da poco per l’Inter, che potrà contare sull’esperienza e sulla voglia di riscatto dei vari Lautaro, Thuram, Acerbi, Bastoni e Barella.
Proprio il centrocampista sardo è uno degli uomini cardine dell’Inter forgiata da Simone Inzaghi e, avendo già raggiunto importanti traguardi fra club e Nazionale, se dovesse riuscire ad alzare la coppa dalle grandi orecchie coronerebbe una carriera eccezionale, con davanti ancora tanti anni di calcio.
Ma non solo, Barella arriverebbe laddove solo un altro calciatore sardo è riuscito in passato: soltanto Pietro Paolo Virdis, infatti, è stato capace di aggiudicarsi la Coppa Campioni, nel 1989, quando il Milan di Sacchi battè in finale la Steaua Bucarest. Il bomber nato a Sindia entrò nella ripresa al posto di Gullit per poi fare festa grande nel 4-0 rossonero. Fra gli altri, ci andò vicino l’algherese Antonello Cuccureddu, primo sardo in assoluto a disputare una finale di Champions, nel 1973, ma la sua Juve cedette di misura all’Ajax (1-0 per i lancieri). Anche lui entrò solo a gara in corso, sostituendo Causio.
Ancora Milano, altra sponda: dopo il trionfo di Virdis, adesso, a distanza di 36 anni, potrebbe toccare a Barella, chiamato a trascinare i suoi verso un successo che li consegnerebbe alla storia.