Gruppo Folk "Sa Bitha" | Bitti


STORIA DELL'ASSOCIAZIONE

Il Gruppo Folk “Sa Bitha” nasce a Bitti nel 2000 con l'obiettivo di valorizzare, proporre e trasmettere le tradizioni del paese a livello folkloristico. Comprende persone di diverse età che condividono l’amore per le tradizioni e la cultura del paese. Il gruppo prende parte alle manifestazioni folkloristiche più importanti nel panorama sardo come Sant’Efisio e il Redentore e propone al pubblico gli abiti tradizionali bittesi in molteplici varianti (a partire da fine Ottocento per arrivare agli anni ’50).


ABBIGLIAMENTO FEMMINILE

Il costume di Bitti è costituito da sei parti. Sa este de tela comprende sa camisa e s’uresi e’ tela; la camicia è di tela di cotone chiamata “crambiche” da cambrai (tessuto). Presenta finissimi ricami tra cui “su coro“. S’uresi e tela è la sotto gonna: la sua particolarità è nella riduzione del tessuto creata con un’arricciatura alta e fitta chiamata “s’ intenta”.

Sa este è composta da solopatuuresi e coritu. Su solopatu è un corsetto aperto sul davanti che incornicia il petto ed è interamente di panno giallo ocra con inserti in terziopelo e velluto; è solitamente arricchito da ricami in filo di seta policromi (su punturizzu, sas aveddas e sas ispateddas); questi tre elementi incrociandosi nella parte posteriore formano una spiga, segno di prosperità e abbondanza.

S’ uresi è la gonna prevalentemente in orbace dalla quale prende il nome. Viene arricchita da diverse balze e ricami. Presenta due aperture verticali sui fianchi, denominate sas masculas, che le danno un aspetto slanciato e danno accesso a sas butzaccas, ovvero le tasche. La parte posteriore della gonna e interamente plissettata e i piegoni (sos ghiriones) partono all’altezza della vita e sono stretti da s’intrinza ricoperta anch’essa di terziopelo, bullu e zingu a seconda del ceto sociale.

Degna di nota è la differenza tra le gonne degli anni ’50, che presentano delle pieghe strette, e quelle di fine‘800, aventi una plissettatura composta da pieghe più larghe.

Su coritu è un bolero che presenta nelle ampie maniche un'apertura dalla quale fuoriesce lo sbuffo della camicia e si completa nei polsi con due punte che permettono di sfoggiare su coro.

L’abito poi si completa con s’issalinu, lo scialle in seta con le frange che può variare nei disegni e nel colore. Viene indossato ripiegato a triangolo e viene fermato sulla testa lasciando che i lembi ricadano liberi sull’abito. Negli abiti di fine ‘800 proposti dalla nostra associazione, il copricapo è composto da una cuffia a navicella ricamata in canottiglia d’argento che serve a dare una forma allungata all’acconciatura. Su di essa è apposto un copricapo di tessuto (il cui colore variava a seconda delle occasioni) detto sa vela.

Sulla camicia troneggiano i bottoni in oro che chiudono lo scollo, la spilla e sa zodia prima facente parte del rosario e in seguito utilizzata come ciondolo e realizzata in filigrana solitamente in oro. Sa zodia, nella parte centrale, racchiude un reliquiario con pezzi di stoffa benedetta o figure sacre e viene tenuta al collo con una catenina d’oro.


ABBIGLIAMENTO MASCHILE

Più sobrio è invece il costume maschile. Sulla camicia bianca accuratamente ricamata e fasciata dal corpetto in velluto, su solopatu, risaltano i bottoni d'oro, immancabile gioiello che simboleggia la fertilità.

Sono bianchi anche i calzoni in tela, sopra i quali viene indossato un particolare gonnellino, chiamato sas vraccas. Questo indumento, come le ghette e il cappotto, ha il colore nero dell'orbace, un particolare tessuto ricavato dalla lana.


CURIOSITA'

Comune della regione storica della Barbagia, Bitti è un borgo di quasi 3.000 abitanti che sorge in provincia di Nuoro. Il suo territorio, ricco di sugherete, si sviluppa in una valle circondata dai colli di Sant’Elia, Monte Bannitu e Buon Cammino. Il borgo si dispone ad anfiteatro. Le abitazioni, nel corso dei secoli, si sono sviluppate intorno a un nucleo rappresentato dalla chiesa di San Giorgio e, nel centro storico, si possono ancora ammirare le antiche costruzioni in pietra tipiche della zona. La comunità locale si caratterizza per un forte sentimento religioso che ha portato nel tempo a costruire 20 chiese all’interno del territorio comunale. Altra peculiarità del paese è la tradizione del canto a tenore, le formazioni locali sono celebri in tutto il mondo.

Nel territorio bittese sorge l’oasi di Littos, ricca di macchia mediterranea e altre piante autoctone con piccoli laghi e habitat incontaminati per la fauna e flora locale. Il parco regionale di Tepilora è il più ampio dell'Isola. Tra le varie attrazioni spicca la cascata di s’Illorai.

L’elemento storico e archeologico che meglio definisce e caratterizza Bitti è il sito archeologico di Romanzesu, a circa 13 chilometri dal paese. Questo complesso abitativo venne riportato alla luce alla fine degli anni Ottanta, durante uno scavo in cui i ricercatori videro emergere una vastissima area insediativa composta da una decina di capanne e 5 edifici monumentali in granito che, originariamente, dovevano avere funzione culturale e cerimoniale. Altre mete interessanti per chiunque voglia scoprire la storia e l’archeologia locale sono le Tombe dei Giganti di Guore, di Solle e il santuario dedicato alla Madonna del Miracolo.

Infine, due musei che raccontano e le tradizioni del territorio sono il Museo della Civiltà Contadina e Pastorale e il Museo Multimediale del Canto a Tenore.

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