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Una giornata che avrebbe dovuto segnare la prosecuzione dei lavori sulla legge per la gestione e valorizzazione delle ferrovie turistiche della Sardegna si è trasformata nell’ennesima prova di fragilità politica della maggioranza di centrosinistra. Per quattro volte, nella giornata di oggi, il Consiglio regionale è stato costretto a interrompere e poi sospendere i lavori per mancanza del numero legale, facendo definitivamente deragliare la discussione sull’articolo 1 del Testo unificato dedicato al Trenino Verde.
Al centro dello stallo non solo le tensioni tra maggioranza e opposizione, già elevate dopo il rimpasto in Giunta e la revoca dell’assessore alla Sanità Bartolazzi, ma soprattutto la frattura interna al campo largo sulla vicenda dell’Egas, l’Ente di governo dell’ambito che sovrintende al servizio idrico regionale. Una vicenda che, da giorni, sta provocando scossoni profondi nei rapporti tra il Partito Democratico e la presidente della Regione Alessandra Todde.
A innescare l’escalation è stata la ratifica, arrivata in mattinata, della conferma di Fabio Albieri alla presidenza dell’Egas per il prossimo triennio. Albieri, sindaco di Calangianus e indicato dalla precedente Giunta di centrodestra, aveva ottenuto la maggioranza relativa nella seduta della scorsa settimana grazie anche al voto della presidente Todde e dei sindaci di Olbia, Capoterra e Nule. Un esito contestato dagli altri rappresentanti del centrosinistra, che non avevano partecipato al voto denunciando la mancanza della necessaria maggioranza assoluta.
La direzione regionale del Pd, riunitasi ieri sera, era stata chiara: considerare valida un’elezione "priva della maggioranza assoluta prevista dallo Statuto" sarebbe stata una forzatura non credibile.
La ratifica, nonostante tutto, è arrivata ugualmente. E questa frattura si è riverberata subito in Aula: molte assenze nei banchi della maggioranza hanno impedito più volte di proseguire i lavori sulla legge del Trenino Verde, costringendo il presidente dell’Assemblea Piero Comandini a continue sospensioni e infine alla convocazione “a domicilio” del Consiglio.
Dalle opposizioni il giudizio è netto. Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia, parla senza mezzi termini di “maggioranza completamente allo sbando”.
"Per ben quattro volte – afferma – il centrosinistra ha fatto mancare il numero legale, rendendo vana la convocazione del Consiglio. L’Aula è vittima della spaccatura interna del Campo largo, in un continuo braccio di ferro tra la presidente Todde e il Pd sulla vicenda Egas, sugli assessorati in bilico e sulle nomine dei direttori generali delle Asl. A discapito dei sardi che assistono impotenti all’inerzia di una Giunta fallimentare".
Durissimo anche il gruppo di Forza Italia, che in una nota congiunta denuncia una “anomalia istituzionale” senza precedenti: "Non è un mero problema procedurale, ma un allarme democratico. Se la maggioranza non è capace di garantire la semplice presenza in Aula, come potrà garantire la buona amministrazione della Regione?".
Gli azzurri chiedono alla coalizione di governo di "porre fine ai teatrini" o, se il problema è strutturale, di "palesare i veri motivi della crisi interna".


