Oliena

L’intervista. A tu per tu con Maria Luisa Congiu: “Non sono contro le critiche. Ci vuole solo rispetto per un dolore”

Il racconto dell’intensa chiacchierata con l’amata cantante sarda

L’intervista. A tu per tu con Maria Luisa Congiu: “Non sono contro le critiche. Ci vuole solo rispetto per un dolore”

Di: Ilaria Cardia


Cosa avviene quando, improvvisamente, si perde l’amore della propria vita, il padre dei propri figli, il compagno di un'esistenza? Si cerca di sopravvivere al dolore, si combatte per mantenere il ricordo e si prova a portare avanti i progetti creati insieme. Questa è solo una piccola parte della storia di Maria Luisa Congiu, l’amata cantante di Oliena, che ha conquistato negli anni la notorietà nell’Isola calcando palco dopo palco e incidendo canzone dopo canzone. La sua è una vera e propria vocazione che, nonostante le cattive sorprese che ha dovuto affrontare negli ultimi anni, non ha intenzione di abbandonare.

Maria Luisa, ai microfoni di Sardegna Live, ha scelto di raccontare questo, e molto più, a seguito degli attacchi ricevuti e ci svela: “Non sono stati solo giudizi virtuali”. Con lei abbiamo provato a capire l’origine e il motivo del chiacchiericcio e della velata cattiveria di alcuni utenti online e persone che ha incontrato nell’arco della sua carriera.  

“IO STANCA DELLE FRECCIATINE PESANTI” – È notizia di questi giorni, lo sfogo della cantante sui suoi profili social in merito a delle battute ricevute sul suo impiego nell’attività di famiglia. E sì perché Maria Luisa Congiu, a seguito della morte di suo marito Pasqualino Puligheddu di soli 49 anni, prese quella che per lei fu: “La scelta meno dolorosa e negativa: gestire l’officina che ha creato dal niente mio marito con grandi sacrifici”.   

“Quando arrivi ad avere un seguito è normale ricevere commenti di ogni genere. Diventa inevitabile incontrare persone che hanno da ridire sulla tua carriera, sul tuo aspetto fisico e su tutto quello che reputano giusto dirti senza considerare l’indelicatezza e azzerando i filtri dell’educazione. Non accetto, però, che venga fatta dell’ironia su un argomento che è un mio vissuto, un dolore che non è solo mio ma anche della mia famiglia”. 

È il dolore per l’indelicatezza e la mancanza di rispetto delle persone che muove il cuore e la scrittura di Maria Luisa “Ci fu anche un altro episodio che mi segnò particolarmente: una mia cara amica perse la mamma in un tragico incidente stradale; fermò la macchina di sua mamma per un periodo finché dovette decidere che farne. Per mille motivi decise, con dolore, di metterla in vendita su internet e, un suo conoscente, scrisse sotto il post ‘Ma non ti vergogni? La prima cosa a cui hai pensato dopo la morte di tua madre è di mettere in vendita la sua macchina’. Il commento fu successivamente cancellato, però mi chiedo: perché si stanno eliminando tutti i filtri e c’è l’idea che tutti possano dire tutto quello che pensano?”. Quel che guida Maria Luisa è il poco rispetto del dolore, un dolore che ha dovuto faticosamente provare e che ha riconosciuto anche nella storia della sua amica. Una vicenda che ha deciso di condividere con i nostri lettori per far capire quanto un pensiero, scritto frettolosamente, di getto e senza coscienza, possa portare sofferenza e inutile dolore. Dolore che va a sommarsi alla grande sofferenza già troppo grande e ingombrante, quando si tratta di un lutto importante per la propria vita. 

“GLI ATTACCHI LANCIATI DA UOMINI” – Ci siamo chiesti da quale genere fossero maggiormente arrivate le critiche. Maria Luisa non ha tentennamenti: “Da uomini”. E allora le chiediamo se, secondo lei, il suo lavoro possa essere mal visto in quanto una professione proveniente dal mondo dei motori e quindi un universo (nell’immaginario collettivo) prettamente maschile: “Credo che conti e parecchio. Il maschilismo è presente, purtroppo, nella nostra comunità e ogni tanto (qualcuno) tiene a ricordartelo”.

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GLI ATTACCHI OFFLINE – “Mi capitò un episodio che mi portò a scrivere il brano Narat su DizzuIncontrai infatti un uomo, di mezza età, che mi disse ‘E però negli ultimi anni stiamo prendendo un po’ di chili’. Questa persona non era non amico, lo avevo incontrato solo in occasione di qualche concerto e si permise di sentenziare sul mio aspetto fisico. Vedi? Torniamo al concetto dei filtri non impostati. Prima di cantare questa canzone racconto sempre al pubblico l’input che mi permise di scriverla, è una bella occasione per lanciare un messaggio importante: c’è troppa attenzione per l'apparenza e poco per la sostanza. Ci stiamo preoccupando troppo di apparire in un certo modo e guardare che gli altri siano in un certo modo; così facendo non ci preoccupiamo di vedere quello che c'è oltre. Se non ci soffermiamo a indagare sull'animo di una persona, rischiamo di perderci un sacco di cose belle semplicemente perché non è alla moda e non ha degli ‘standard conformi’. Ecco se non sono presenti tutti i ‘giusti’ requisiti non ci piace e, se non ci piace, la possiamo insultare. Non è giusto: i chili si perdono, la follia no”. 

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“L’OFFICINA PER ME È UN SACRARIO” – Dopo lo sfogo sui social la cantante è stata sommersa di affetto dal pubblico: “Non mi aspettavo assolutamente tanto affetto. Io ho solo pubblicato un pensiero, come faccio spesso, per difendere quel che mi è rimasto dei grandi sacrifici di Pasqualino e la famiglia che abbiamo costruito insieme con amore.” 

“Quando ci posammo, nel 1992, non avevamo nulla. Parliamo di lavori precari, sveglie all’alba e rientro a casa dopo il tramonto. La felicità per un bambino in arrivo con la preoccupazione per il nostro futuro. Pasqualino intravvide un’occasione nell’acquisto di un’officina, ed ebbe ragione. Quel lavoro ci permise di avere quattro figli, di seguire il nostro grande amore per la musica e la serenità di avere una tranquillità economica. Fu il nostro primo progetto insieme e uno dei nostri ricordi più importanti.”

SOPPRAVVIVERE AL DOLORE – “Abbiamo perso Pasqualino il 23 dicembre del 2020. Era l’antivigilia di Natale. Era sano, in forze, aveva solo 49 anni. Solo una settimana dopo persi mio fratello, 51enne, a causa di un infarto. Ricordo quell’anno con grande dolore. Fu un grande bagaglio da gestire, per me come donna, sorella e moglie ma, soprattutto, come madre.”

“In officina tutto parla di lui, non ho fatto alcun cambiamento. So che alle volte, da fuori, potrebbe sembrare che io aspetti il suo ritorno, ma quella officina era il suo orgoglio. Quella officina gli dava soddisfazione, i clienti andavano perché c’era lui.” 

La vita per Maria Luisa è cambiata tanto: “Oggi continuo il suo lavoro con amore e orgoglio, come avrebbe fatto lui. Sono diventata nonna senza di lui e penso a quanto sarebbe stato felice, a quanto avevamo ancora tanto da condividere. Purtroppo, anche ogni attimo di felicità avrà l’amaro sapore dell’incolmabile assenza che ha lasciato”. 

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