Ottantadue denunce e nove interventi d'ufficio. Sono 91, complessivamente, i casi di violenza sulle donne registrati da Polizia e Carabinieri nel corso dei primi sei mesi del 2014.

I dati sono stati raccolti ed elaborati dalla Prefettura di Oristano nell'ambito di un progetto previsto da un protocollo d'intesa interistituzionale in materia di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne e finalizzato a individuare strumenti e iniziative per favorirne la prevenzione e il contrasto.

Poco meno della metà dei casi, il 46,47 per cento, riguarda violenze di tipo psicologico. Quelle di tipo fisico costituiscono comunque un buon 32,61 per cento, contro un 15 per cento circa di atti persecutori e poco più del cinque per cento di tipo economico. L'indagine non registra invece nessun caso di violenza di tipo sessuale. Nella maggior parte dei casi, l'ambito della violenza è quello familiare.

Ex mariti (oltre il 44 per cento) e mariti (19 per cento) ma anche partner convivente e figli fanno la loro parte. La fascia d'età più pericolosa è quella tra i 31 e i 45 anni (quasi il 53 per cento) seguita da quella tra i 45 e i 65 anni (più del 28 per cento) mentre il grado di istruzione degli autori delle violenze non va quasi mai oltre la scuola media, così come per le vittime.

Queste sono per la maggior parte casalinghe o disoccupate, ma tra di loro c'è anche un 25 per cento di donne che lavora, e hanno per il 36 per cento un'età compresa tra 31 e 45 anni e per oltre il 51 per cento superiore a 45 anni.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle violenze, l'area più a rischio è il Campidano con l'84 per cento dei casi, seguito dal Guilcier (13 per cento) e dal Barigadu (3 per cento). Nessun caso invece nei paesi della Marmilla e del Montiferru.