Riflettori accesi sulla situazione del polo industriale di Portovesme: nel territorio crescono incertezza, preoccupazione e tensione sociale. In un comunicato duro e diretto, la Provincia del Sulcis Iglesiente denuncia l’assenza di risposte concrete sul futuro dell’area industriale e richiama con forza la politica nazionale e regionale alle proprie responsabilità. Al centro della critica, ancora una volta, il destino dei lavoratori e delle loro famiglie.

Nel documento si legge: “Ancora non si intravedono soluzioni concrete sul futuro del polo industriale di Portovesme e a pagarne il prezzo più alto sono, ancora una volta, i lavoratori, le loro famiglie. Un intero territorio che soffre ogni giorno di più a causa dell’assenza di decisioni e di azioni reali”.

Il comunicato sottolinea come il dibattito pubblico si concentri spesso su spopolamento e abbandono scolastico, dimenticando la questione principale: “Si parla di spopolamento e di abbandono scolastico ma troppo spesso ci si dimentica che è il lavoro la chiave di volta per fermare il declino socio economico del territorio. Il Sulcis Iglesiente ha sempre dimostrato competenza e capacità nei settori industriale, agricolo e turistico. Tuttavia, senza risposte e senza un piano industriale nazionale fondato su una visione chiara e una programmazione seria, tutto rischia di spegnersi lentamente”.

La Provincia denuncia una crisi che si acuisce giorno dopo giorno: “Oggi il Sulcis è immerso in una crisi profonda, aggravata dal silenzio della politica nazionale. L’industria, per oltre quarant’anni, è stata il pilastro dell’economia locale, garantendo a migliaia di famiglie la possibilità di costruire un futuro fatto di casa, istruzione per i figli e dignità".

Durissima la critica alle visite istituzionali prive di seguito: “È il momento di abbandonare le passerelle mediatiche e gli annunci vuoti, come l’ultima visita del Ministro del MIMIT a Portovesme, e di passare finalmente ai fatti. Servono scelte coraggiose, investimenti mirati e una strategia chiara per il futuro del territorio".

Un passaggio specifico riguarda la vertenza Eurallumina, ancora una volta simbolo dell’impasse industriale: “Emblematica è la vertenza Eurallumina, con i lavoratori costretti ancora una volta a salire su un silo a 40 metri d’altezza per ottenere risposte sul loro futuro. È inaccettabile".

Il comunicato si chiude con un appello alla responsabilità collettiva e istituzionale: “Non possiamo rimanere impassibili: abbiamo il dovere di essere al fianco dei lavoratori e delle loro famiglie. Serve una politica decisa, unita e concreta, capace di dare risposte definitive a chi chiede un suo legittimo diritto: il lavoro".

E la richiesta finale è netta: “Chiediamo con forza l’apertura immediata di un tavolo di confronto permanente tra tutte le parti coinvolte: Regione Sardegna, Governo, parti sociali e sindacati. Il tempo delle promesse è finito. Ora servono soluzioni".