Potrebbe essere quella a bordo della quale viaggiavano Davide Calvia e Giovannino Pinna la barca rinvenuta il 31 ottobre scorso nelle acque di Marritza, nel litorale sassarese. Il natante è stato individuato dopo che le reti del motopesca "Espero" salpato da Porto Torres lo hanno agganciato, a 35 metri di profondità, durante una battuta notturna in direzione Castelsardo.

UNA VICENDA DA CHIARIRE

Se fosse davvero la barca naufragata il 12 aprile 2023, potrebbe restituire importanti informazioni su quanto è accaduto la notte in cui Davide Calvia, 37 anni, perse la vita. Il cugino Giovannino Pinna, 35 anni, venne rinvenuto il giorno successivo profondamente provato, ma salvo, proprio nella spiaggia di Marritza. Lo stesso Pinna, dopo il ricovero al Santissima Annunziata di Sassari, venne indagato per omicidio colposo e sulla vicenda non è ancora stata fatta chiarezza. Il cadavere di Calvia fu avvistato da un sub dieci giorni più tardi. La barca, invece, non è mai stata trovata.

"FU OMICIDIO"

"Il mare restituisce ogni cosa - scrive oggi su Facebook Nadia Calvia, sorella di Davide -. Dopo 10 giorni di ricerche, lo scorso 22 aprile, ha restituito il corpo di mio fratello e ora mi auguro che venga fatta luce sul suo brutale omicidio. E chi finora è restato impunito, nonostante abbia solo raccontato menzogne, depistaggi e si è avvalso della facoltà di non rispondere, paghi a caro prezzo. Eri con Davide e sai ogni dettaglio dell'accaduto! Giustizia per Davide".