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Quaranta milioni di persone potrebbero perdere la vita entro il 2050 a causa dell'antibiotico resistenza, secondo l'allarmante previsione espressa dalla virologa Ilaria Capua durante il suo intervento a Sassari. La scienziata ha sottolineato l'importanza di adottare politiche sanitarie e sociali efficaci per contrastare questo crescente problema. Le sue parole sono state pronunciate in occasione del conferimento del dottorato honoris causa in Scienze Veterinarie da parte dell'Università cittadina.
"Prima del covid la stima era di 10 milioni di morti al 2050. Poi la cifra è aumentata perché durante la pandemia si sono usati un sacco di antibiotici, contribuendo in maniera decisiva alla crescita della resistenza antimicrobica", ha spiegato la scienziata nella sua lectio doctoralis intitolata "Salute circolare, la sintesi necessaria fra salute e sostenibilità". Contrastare l'antibiotico resistenza è quindi la vera sfida del futuro per la politica e per la sanità secondo la ricercatrice, cui si deve l'introduzione del concetto di Salute circolare, un modello che propone un approccio integrato e interdisciplinare alla salute, come sistema unico che comprende esseri umani, animali, piante e ambiente.
"L'Italia è il paese classificato peggio in Europa perché ha il più alto tasso di resistenza antimicrobica. Siamo il paese che detiene il primato europeo per mortalità legata a infezioni resistenti, con oltre 10mila decessi l'anno - ha sottolineato Capua - Contrastare questo fenomeno è un impegno di cui devono farsi carico chiaramente le istituzioni e la politica, finanziando la ricerca. Ma dobbiamo cambiare tutti i nostri comportamenti".
Poche regole comportamentali possono fare la differenza: "Lavarsi più spesso le mani, smaltire correttamente i farmaci non utilizzati e assumere antibiotici solo su prescrizione medica e seguendo le indicazioni del medico". Tutto questo anche nell'ottica della Salute circolare, per cui ogni comportamento, ogni fenomeno, si ripercuote su tutta la società e su tutto l'ambiente.
Argomenti che Ilaria Capua porta da tempo in tour per l'Italia cercando di dare impulso a una consapevolezza sociale di questi fenomeni che abbracciano anche i cambiamenti climatici e la globalizzazione.
Un impegno che ha colto nel segno all'Università di Sassari, che per questo, e per una carriera trentennale nella ricerca, costellata di successi, ha voluto conferire alla scienziata il dottorato honoris causa in Scienze veterinarie: "Non un semplice atto formale - ha chiarito il rettore Gavino Mariotti -, è un momento ufficiale, un atto di alta responsabilità scientifica, sociale ed etico morale con cui riconosciamo il contributo scientifico e sociale che la professoressa Capua ha dato alla comunità mondiale".


