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Fra i dieci candidati al Premio Sardegna Live 2025, che attraverso la votazione dei nostri lettori eleggerà "Il Sardo dell'anno", anche il binomio composto da Beniamino Zuncheddu e Irene Testa.
Zuncheddu è un cittadino noto per essere stato vittima di uno dei più gravi errori giudiziari recenti in Italia. Originario di Burcei (Cagliari), era un pastore e allevatore quando fu arrestato nel 1991 con l’accusa di triplice omicidio in relazione alla strage di Cuili is Coccus, avvenuta sulle montagne di Sinnai, in cui persero la vita tre pastori e una quarta persona rimase gravemente ferita. Condannato all’ergastolo, l'uomo trascorse oltre trent'anni in carcere pur proclamandosi sempre innocente.
Successivamente, grazie a un processo di revisione, la Corte d’Appello di Roma lo ha assolto “per non aver commesso il fatto”, riconoscendo che non era coinvolto nella strage, e ha revocato la condanna dopo decenni di detenzione ingiusta.
Irene Testa è una attivista impegnata nella tutela dei diritti umani, in particolare dei diritti delle persone private della libertà personale (detenuti), di cui è garante regionale in Sardegna dal 2023. Testa è tesoriera del Partito Radicale e ha una lunga esperienza nel campo dei diritti civili e della giustizia. Nel suo ruolo di garante ha denunciato gravi condizioni nelle carceri sarde, come il sovraffollamento, la carenza di assistenza sanitaria e strutture non conformi, e ha sollevato questioni sull’uso di norme penitenziarie come il 41-bis in Sardegna.
Perché si sono distini nel 2025
Nei mesi scorsi, la storia di Beniamino Zuncheddu ha attirato l'attenzione del pubblico nazionale come caso simbolo di errore giudiziario, con dibattiti pubblici sul sistema penale e sui risarcimenti alle vittime di ingiusta detenzione.
Zuncheddu ha anche scritto un libro dal titolo Io sono innocente, in cui racconta la sua vicenda. Nel 2024 è stato ricevuto in udienza privata da Papa Francesco in Vaticano.
Nel corso del 2025 Testa e Zuncheddu hanno sostenuto un'importante battaglia civile legata alla proposta di legge di iniziativa popolare che prende il nome proprio dall'ex ergastolano, la quale intende riformare le tutele per le persone vittime di errori giudiziari in Italia.
La proposta, nota come Disegno di legge Zuncheddu, punta a garantire un sostegno economico immediato e automatico a chi viene assolto dopo aver trascorso anni in carcere per un reato che non ha commesso, in attesa del risarcimento statale che – nella legislazione attuale – può richiedere molti anni per essere riconosciuto e liquidato. Dopo la scarcerazione, infatti, Zuncheddu ha denunciato come, nonostante la fine dell’ingiusta detenzione, non abbia ricevuto un sostegno concreto dallo Stato. Non avendo reddito né tutele, è stato costretto ad affidarsi alla famiglia per le spese di base, anche dopo l’uscita dal carcere.
In sintesi, la legge propone di introdurre un assegno provvisorio o una rendita economica che parta dal momento dell’assoluzione e duri fino all’effettivo riconoscimento del risarcimento danni (che oggi può richiedere anni); fare in modo che questa misura sia automaticamente garantita dallo Stato, per evitare che persone assolte e già private ingiustamente della libertà si ritrovino in stato di difficoltà economica e sociale; ridare dignità e strumenti di ripartenza a chi ha perso anni di vita, lavoro e relazioni per un errore giudiziario.

