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Si è conclusa con successo la XVII edizione del Premio di poesia "Pietro Casu", l'appuntamento letterario nato allo scopo di rivalutare la figura e l’opera di uno degli autori più importanti della storia della poesia in lingua sarda.
PREMIO PIETRO CASU
Il Comune di Berchidda, in collaborazione con l’Associazione Eredi Pietro Casu, ha proposto quest'anno la diciassettesima edizione del premio intitolato all'illustre concittadino. Il concorso poetico è articolato in una sezione unica a tema libero (con o senza rima).
Gli autori interessati possono partecipare con un solo componimento poetico in lingua sarda, da presentare in sette copie, nelle diverse varianti presenti nell’isola (logudorese, gallurese, sassarese, catalano, campidanese, ecc.). I testi, inediti e mai premiati in altri concorsi, sono contrassegnati all'atto di presentazione da un motto o pseudonimo, in modo tale che la giuria possa valutarli senza alcun condizionamento, non conoscendo la reale identità degli autori.
LA GIURIA
La giuria del 2023 era presieduta dl prof. Giuseppe Meloni (ex docente di Storia medievale all’Università di Sassari ed ex preside della facoltà di Lettere e Filosofia), affiancato da Anna Cristina Serra, poetessa campidanese e giurata in numerosi premi; Gianfranco Garrucciu (poeta tempiese); Antonio Brundu (giurato di Orani); Paolo Fresu (musicista di fama internazionale e direttore artistico del Time in Jazz); Maurizio Brianda (docente di lettere e studioso di Pietro Casu) e Antonio Rossi (poeta bilingue, nonché segretario del premio).
La giuria di quest’anno ha visto uscire dopo diverse edizioni Paolo Fresu, Anna Cristina Serra, Antonio Brundu, e Gianfranco Garrucciu. Al loro posto son subentrati la poetessa campidanese Manuella Orrù e Fabio Salvatore Matzau di Arzchena, studioso del poeta arzachenese Raimondo Chiodino. Il coordinamento giudizi è stato a cura di Brianda e Matzau.
PRIMO PREMIO
Il primo premio dell'edizione 2025 del Premio "Pietro Casu" è andato a Pier Giuseppe Branca, che ha partecipato al concorso con la poesia "Chera pèrdida".
Questa la motivazione del premio: «Iscriet Natalia Ginzburg in Lessico Famigliare chi sos liberos ispirados a sa realidade ateru no sun chi flebbiles lampizos de sa vida ch'amus vividu. Cun d'una riflessione simizante Pier Giuseppe Branca - mastru de sa terzina - riflittit subra sa difficultade de ponner in poesia unu sentidu forte chi, in custu cumponimentu, diventat fintzas metafora de cussu chi sos criticos letterarios giaman "crisi di senso". Su poeta, chei sos mastros bronzistas, trabagliat e modellat sos versos, e lu faghet manizende sa metrica e sos enjambement: sa prima leat fromma a colpos de endecasillabos, ottonarios e settenarios; sos segundos, cun d'unu climax bene sestadu e istudiadu, chi si faghet pius lebiu falende in sas ultimas istrofas. Una poesia chi cando paret si lasset cumprendere, in su matessi tempus ti fuet dae manu, mudende "lampidos de bisos" in "lanticas de tempus"».
«Scrive Natalia Ginzburg in Lessico Famigliare che i libri ispirati alla realtà altro non sono che esili barlumi di ciò che realmente abbiamo vissuto. Con una riflessione affine Pier Giuseppe Branca - maestro della terzina - riflette sulla difficoltà di mettere in poesia un sentimento forte che, in questo componimento, diventa metafora di quella che i critici chiamano "crisi di senso". Il poeta, come i maestri bronzisti, lavora e modella i versi, e lo fa maneggiando abilmente la metrica e gli enjambement: la prima prende forma a colpi di endecasillabi, ottonari e settenari; i secondi con un climax strutturato con perizia e che si fa meno marcato nelle ultime strofe. È una poesia che dà al lettore la sola illusione di farsi comprendere, trasformando "lampi di sogni" in "scintille di tempo"».
SECONDO PREMIO
Secondo classificato Francesco Mannoni, con "Li 'ecchj".
«Poeta di la paraula misurata, cu' una sintassi di rispiru viu, Francesco Mannoni camina in mezu a li piggji canuti di la 'iccjàia. Da candu faci lu di a candu cala la séra, tratta un gaddurésu cumunu, una bóci poeticamenti nizissària. Com'e una sticia di sóli, la bóci poetanti passa in mezu a li ingherri nói cun prói retòrichi pàsidi. Li 'eccji di Mannoni, spelti chi cunnòscini a mimória la lizioni di la 'ita, addócani scuittati cuati di sculani disubbidienti, indrentu a lu tempu - comu scriia Mario Luzi - di lu trabaddu bonu fattu da lu córi chi li dà spirànzia».
«Poeta della parola controllata, con una sintassi dal respiro vivo, Francesco Mannoni cammina tra le canute pieghe della vecchiaia. Dall'alba al tramonto, si premura di usare una lingua gallurese comune che è voce poeticamente necessaria. Come uno spicchio di sole, la voce poetante avanza tra alterchi nuovi con soluzioni retoriche mediane. I vecchi di Mannoni, esperti che conoscono a memoria la lezione della vita, rivelano lo sguardo furtivo dello scolaro disubbidiente, nel tempo unico in cui - per dirla con Mario Luzi - l'affinarsi della maturità del cuore le dà speranza».
TERZO PREMIO
Il terzo premio è andato a Giancarlo Secci che ha presentato il componimento "Annu nou".
«Sa poesia Annu Nou de Giancarlo Secci est una poesia chi ammentat su madrigale pascoliani Festa Lontana. Sa die de cabuannu ei sos sonos de sa festa, si seran in carrera, ma est una festa chi paret atesu meda dai sos coros de sos protagonistas; su lentore difattis "ingurtiat su sonu", lassende su lettore in d'un atmosfera suspesa, chena tempus. Forte ed essentziale est difattis sa chirca de sa paraula, chi resessit a essere polisemica già in s'esortatzione, apparentemente semplitze, de sa prima istrofa. Una poesia diliga duncas, chi riflittit fintzas subra sas apparentzias e sos valores veros de sa vida, chi medas bortas chircamus de carralzare, ca nos semus abituende a viver meda a fora e pagu intro».
«La poesia Annu Nou di Giancarlo Secci è una poesia che ricorda il madrigale pascoliano Festa Lontana. Il giorno di capodanno e i suoni della festa si odono per la strada, ma è una festa molto lontana dai cuori dei protagonisti; la brina infatti "ingoia il suono", lasciando il lettore in un'atmosfera sospesa, senza tempo. Forte ed essenziale è difatti la ricerca della parola, che riesce a essere polisemica già nell'esortazione, apparentemente semplice, della prima strofa. Una poesia delicata, che riflette finanche sulle apparenze e i valori della vita, che molte volte cerchiamo di nascondere, poiché ci stiamo abituando a vivere molto fuori e poco dentro».
GIOVANI, MENZIONI E SEGNALAZIONI
Il premio “Birde poesia”, dedicato alle giovani penne che hanno preso parte al concorso, è andato a Michelle Sanna di Arzachena (La tarra nostra) e Antonio Dezzola di Oliena (O terra mia mi ch’ando).
Una speciale menzione è andata a Luigi Gigi Angeli (Siddhu... no' hagghju !...), Andrea Brianda (A sos Barones de su bentu), Giampaolo Nuscis (Bianca, de tristura) e Teresa Piredda (Duncas fiasta tui).
Segnalazioni della giuria per Gianfranco Garrucciu (L'affasciu di l'ànsia), Antonello Isoni (Tratti illa ghjaccia), Giuseppe Angelo Puliga (Prenda mia) e Giangavino Vasco (Unu 'eranu chi non torrat).