Il tribunale di Tempio Pausania ha depositato le motivazioni della sentenza che ha condannato Ciro Grillo, figlio di Beppe, e tre amici genovesi per lo stupro di gruppo avvenuto nella villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo, nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019. Il documento del collegio giudicante, lungo 72 pagine, sottolinea che la presunta vittima “deve essere ritenuta pienamente attendibile”.

La condanna era stata pronunciata il 22 settembre scorso: Ciro Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria sono stati condannati a otto anni di reclusione, mentre Francesco Corsiglia ha ricevuto una pena di sei anni e sei mesi.

Secondo quanto emerge dalle motivazioni, i giudici hanno ritenuto affidabili le dichiarazioni della vittima, evidenziandone la coerenza e la credibilità. La sentenza rappresenta l’esito di un lungo iter giudiziario, iniziato con la denuncia della ragazza e conclusosi con la conferma delle pene per i quattro imputati. 

Secondo il collegio dei giudici - presidente Marco Contu, a latere Marcella Pinna e Alessandro Cossu - le dichiarazioni della studentessa italo norvegese "hanno trovato significativi riscontri. Non può revocarsi in dubbio - si legge nella motivazione - che l'assunzione del 'beverone', contenente anche una quantità di vodka, abbia provocato nella stessa una condizione di inferiorità fisica e psichica che ha agevolato l'operato criminoso degli imputati".

Non solo: "la descrizione della parte offesa esclude senz'altro un'ipotesi di consenso da parte della stessa, dato che si sono consumati in un contesto di costrizioni ed impossibilità di reagire, che denotano la particolare brutalità del gruppo, coeso fin da principio, e che ha agito in un contesto predatorio e prevaricatorio non tenendo in considerazione alcuna lo stato di fragilità in cui versava la ragazza".

Per i giudici "non vi è alcun dubbio che gli imputati abbiano, con la loro azione, consapevolmente leso la libertà sessuale della ragazza, approfittando, a tal fine, delle condizioni di minorata difesa di quest'ultima, e dunque ben consci dello stato di ubriachezza della vittima, la quale, nel corso della serata, era stata costretta dagli imputati ad assumere sostanze alcoliche e pertanto si trovava in stato di alterazione psicofisica e di scarsa lucidità".