Oggi in Commissione parlamentare di inchiesta sul disastro del Moby Prince è stato ascoltato Tito Neri, amministratore della società Tito Neri Lavori Pubblici, chiamato a spiegare la collisione con la petroliera Agip Abruzzo. Rispondendo a una domanda sui motivi dell’incidente, Neri ha affermato: "Come è successo l'incidente? Delle volte anche gli esperti a certe cose non ci arrivano… L’Agip Abruzzo era illuminata, non era al buio… un guasto della nave non lo so, l’avaria al timone non c’era, quindi è stato un errore umano, non c’è altra spiegazione".

L’esperto ha inoltre definito la collisione una "fatalità", spiegando che il traghetto ha colpito proprio la cassa piena di greggio, mentre le altre vicine erano vuote: "E invece ha preso proprio quella cassa lì".

Le dichiarazioni hanno suscitato sconcerto tra i familiari delle vittime: "Rimaniamo sconcertati… ha riportato indietro di quasi 35 anni le fasulle conclusioni del primo processo", hanno commentato Luchino Chessa e Nicola Rosetti, presidenti delle associazioni dei familiari.

Neri ha ricostruito anche i soccorsi: il marinaio Giovanni Veneruso, salito sulla poppa per fissare un cavo di rimorchio, non ha visto persone vive ma la sua visione era limitata alla zona in cui si trovava. Le associazioni sottolineano che le conclusioni delle precedenti commissioni devono restare punti di riferimento e chiedono che l’attuale inchiesta chiarisca le cause della collisione e tutti eventuali depistaggi e omissioni fin dalle prime ore della tragedia.