Un accorato appello alla pace, all’amore e all’incontro tra i popoli ha scandito la conclusione del Giubileo dei Movimenti, celebrato con una solenne messa in piazza San Pietro da Papa Leone XIV. Un’omelia intensa, attraversata dallo Spirito della Pentecoste, che ha richiamato le ferite del presente e la necessità urgente di edificare "un mondo in cui regni la pace".

Nel suo intervento, il Pontefice ha voluto far memoria di un passaggio dell’omelia pronunciata da Papa Francesco il 28 maggio 2023, proprio nella solennità della Pentecoste: "Oggi nel mondo c’è tanta discordia, tanta divisione. Siamo tutti collegati eppure ci troviamo scollegati tra di noi, anestetizzati dall’indifferenza e oppressi dalla solitudine. E di tutto questo sono tragico segno le guerre che agitano il nostro pianeta".

Parole ancora attualissime, che Leone XIV ha ripreso per esortare i fedeli a invocare lo Spirito Santo affinché apra cuori e coscienze: "Invochiamo lo Spirito dell’amore e della pace, perché apra le frontiere, abbatta i muri, dissolva l’odio e ci aiuti a vivere da figli dell’unico Padre che è nei cieli. Fratelli e sorelle, è la Pentecoste che rinnova la Chiesa e il mondo! Il vento gagliardo dello Spirito venga su di noi e in noi, apra le frontiere del cuore, ci doni la grazia dell’incontro con Dio, allarghi gli orizzonti dell’amore e sostenga i nostri sforzi per la costruzione di un mondo in cui regni la pace".

Non è mancato, durante la celebrazione, un riferimento accorato a una delle più drammatiche piaghe del nostro tempo: la violenza di genere. A dare voce a questo dolore è stato il cardinale Prevost, che ha voluto esprimere il proprio sdegno e la propria compassione per le vittime dei femminicidi: "Penso – con molto dolore – a quando una relazione viene infestata dalla volontà di dominare sull’altro, un atteggiamento che spesso sfocia nella violenza, come purtroppo dimostrano i numerosi e recenti casi di femminicidio".

Infine, Leone XIV ha levato una ferma denuncia contro ogni forma di esclusione e nazionalismo, sottolineando come lo Spirito Santo sia forza che unisce e cancella ogni barriera: "Dove c’è l’amore non c’è spazio per i pregiudizi, per le distanze di sicurezza che ci allontanano dal prossimo, per la logica dell’esclusione che vediamo emergere purtroppo anche nei nazionalismi politici".

"Lo Spirito – ha scandito – infrange le frontiere e abbatte i muri dell’indifferenza e dell’odio, perché ci insegna ogni cosa e ci ricorda le parole di Gesù; e, perciò, per prima cosa insegna, ricorda e incide nei nostri cuori il comandamento dell’amore, che il Signore ha posto al centro e al culmine di tutto".

Un messaggio potente, che ha voluto restituire centralità al Vangelo dell’amore in un tempo segnato da fratture, violenze e chiusure, ricordando che solo dallo Spirito può nascere una nuova fraternità tra gli uomini.