In Sardegna

Mauro Pili: "Accordo storico tra Renzi e Pigliaru sul patto di stabilità? Bufale e maialetti, a buon mercato!"

"Leggo e sento notizie di un accordo storico tra Renzi e Pigliaru sul patto di stabilità per la Sardegna. E' falso, ovviamente. Non esiste nessun accordo e soprattutto bisogna evitare di farsi ingannare da annunci per trogloditi. Il governo non regala niente e anzi si prepara, con la complicità di Pigliaru e compagni, ad assestare un nuovo duro colpo alla Sardegna".

Mauro Pili:

Di: Redazione Sardegna Live


"Leggo e sento notizie di un accordo storico tra Renzi e Pigliaru sul patto di stabilità per la Sardegna. E' falso, ovviamente. Non esiste nessun accordo e soprattutto bisogna evitare di farsi ingannare da annunci per trogloditi. Il governo non regala niente e anzi si prepara, con la complicità di Pigliaru e compagni, ad assestare un nuovo duro colpo alla Sardegna, come quello del 2006 che portò la Regione a doversi pagare tutta la sanità e i trasporti. Ecco perchè questa notizia è roba da bufale e maialetti"

Il parlamentare sardo Mauro Pili spiega i motivi del suo dissenso e analizza nel dettaglio l'accordo siglato tra il premier Renzi e il presidente della Regione Sardegna Pigliaru.

 

"Partiamo dal primo assunto: non esiste nessun accordo. Il patto di stabilità si modifica con norme e con atti concreti. Non con comunicati stampa.

Secondo: se ci limitiamo al comunicato stampa è opportuno leggerlo sia in italiano che in burocratese.

In italiano hanno scritto:

• avviare un percorso per superare l’attuale impianto di regole che consenta di giungere già nel 2015 al sistema di pareggio di bilancio, che rappresenta la soluzione strutturale al problema della regione Sardegna, all’interno di un progetto più ampio che riguardi tutte le regioni a statuto speciale;

per essere più chiari : AVVIARE UN PERCORSO - ovvero non esiste nessun accordo!

lo Stato mette soldi? NO, NEMMENO PER IDEA.

In Italiano c'è scritto che la Regione deve raggiungere con i propri soldi il pareggio di bilancio, ovvero: O TAGLIA O METTE NUOVE TASSE!

In burocratese tradotto: arrangiatevi con i vostri soldi se volete che si tolga il patto di stabilità. E come al solito la Sardegna è la prima a sperimentare, nel senso che sarà la prima ad essere scaricata, ulteriormente. Perchè non hanno iniziato dalla Sicilia, che riceve dallo Stato oltre l'80% della copertura delle spese sanitarie?

C'è di peggio: questi pellegrini di assessori e presidente hanno consentito di richiamare nel comunicato stampa di palazzo Chigi la sentenza della corte costituzionale con la quale era stata bocciata l'impugnativa della Regione Sardegna proprio del patto di stabilità.

Recita il comunicato stampa di Palazzo Chigi:

• accordare in ragione della specificità della regione Sardegna, così come definito dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 118 del 2012, e nelle more della transizione verso il nuovo regime di pareggio di bilancio un adeguato ampliamento dello spazio finanziario per il 2014 che verrà definito, in armonia con gli obiettivi di finanza pubblica, entro 10 giorni.

ADEGUATO AMPLIAMENTO: significa che tutt'al più ci faranno spendere una parte dei soldi nostri. Una parte e nemmeno tutti. Con un limite: "in armonia con gli obiettivi di finanza pubblica". Ovvero non saranno fatte concessioni di alcun genere. Richiamando la sentenza, infatti, si ribadisce che l'accordo "non potrà che realizzarsi all’interno dello spazio finanziario delimitato, in modo compensativo, dalle maggiori risorse regionali risultanti dalla entrata in vigore dell’art. 8 dello statuto (con decorrenza dal 1° gennaio 2010 per effetto dell’art. 1, comma 838, della legge n. 296 del 2006) e dalla riduzione della spesa conseguente alla applicazione del patto di stabilità 2011 (tabella 1 allegata all’art. 1, comma 131, della legge n. 220 del 2010).

E' scritto in modo chiaro: IN MODO COMPENSATIVO. Ovvero con una mano do e con l'altra prendo.

Dunque, bufale e mai

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