In Sardegna

Il coraggio di un uomo e il fisco manigoldo. Intervista a Raimondo Giorgio Cirina: un artigiano finito nella tagliola di equitalia

Raimondo Giorgio Cirina vive e lavora a Sant'Andrea Frius. Un paese nel cuore della Trexenta a circa 40 km dal capoluogo sardo. Giorgio, per gli amici, ha ereditato dal padre la passione per la saldatura ed il taglio aprendo, ancora giovanissimo, una sua officina per la realizzazione di infissi e la lavorazione del ferro. Un lavoro non sempre gratificante, più spesso indice di duro lavoro e fatica, che però Giorgio ha portato avanti per anni con soddisfazione, riuscendo a far crescere la sua officina fino al fatidico anno 2007.

Il coraggio di un uomo e il fisco manigoldo. Intervista a Raimondo Giorgio Cirina: un artigiano finito nella tagliola di equitalia

Di: Redazione Sardegna Live


Raimondo Giorgio Cirina vive e lavora a Sant'Andrea Frius. Un paese nel cuore della Trexenta a circa 40 km dal capoluogo sardo. Giorgio, per gli amici, ha ereditato dal padre la passione per la saldatura ed il taglio aprendo, ancora giovanissimo, una sua officina per la realizzazione di infissi e la lavorazione del ferro. Un lavoro non sempre gratificante, più spesso indice di duro lavoro e fatica, che però Giorgio ha portato avanti per anni con soddisfazione, riuscendo a far crescere la sua officina fino al fatidico anno 2007. 

In quel periodo Giorgio era all'apice della sua carriera da imprenditore: 12 dipendenti, cantieri sparsi per la Sardegna, un ottima fama di bravo artigiano. La sua Waterloo purtroppo, fu l'incontro con la Profer System, un azienda con radici Umbre ma con sede in Sardegna. Quest'ultima costruiva un grande stabilimento per la produzione di blocchi di cemento e commissionò a Giorgio la realizzazione di alcune parti in ferro. Realizzati i lavori, il buon Cirina iniziò a battere cassa, emettendo regolare fattura per circa 260.000 euro.

Qui cominciarono i guai. Rinvia oggi,  rinvia domani, la Profer System non ne voleva sentire di saldare il dovuto, finché il povero artigiano fu costretto a licenziare alcuni dipendenti: prima due, poi altri due e cosi via sino a rimanere con un solo operaio. Ma i sacrifici non finirono li. Le banche sino al giorno prima, sempre accoglienti e col sorriso sulle labbra, all'indomani chiusero le porte con richieste di rientro immediate dai fidi concessi. Gli ex operai fecero subito causa, nonostante l'impegno di  Giorgio a saldare pian piano tutto il suo debito con loro. Alcuni fornitori chiesero immediatamente il decreto ingiuntivo. Anche alcuni amici iniziarono a voltargli le spalle.

Il momento era difficile, tutto pareva  perso, probabilmente in quei momenti Giorgio pensava di farla finita con la sua vita o con quella di qualche malcapitato, innocente funzionario delle istituzioni. Non sappiamo dire se a sostenerlo in quei momenti sia stata la fede, credo più semplicemente la moglie, le figlie, la famiglia d'origine. Qualunque sia stato il sostegno, Giorgio ha dimostrato coraggio, umiltà e soprattutto onestà. Oggi a testa alta può vantarsi di aver saldato tutto a tutti. Tutti tranne lo stato manigoldo che pretende di avere circa 50.000 euro di Iva mai incassata, diventati 90.000 circa con le solite sanzioni, interessi e l'agio dell'azienda autorizzata allo strozzinaggio di stato, l'Equitalia. 

Per questo Cirina rischia un imputazione penale oltre che la casa e la sua officina all'asta. Un lavoro di una vita in fumo, per colpa dello stato affamatore che pretende che un sostituto d'imposta le versi ciò che non ha ricevuto. Ma soprattutto, oltre il danno la beffa, lo stesso stato nella persona di un giudice fallimentare le nega anche quel piccolo privilegio che il codice civile concede ad un artigiano, sfoderando un beffardo cavillo oltremodo incomprensibile ai più. Nel fallimento delle società Profer Sistem, Giorgio si presenta come creditore privilegiato secondo l'art. 2751 bis del codice civile. Tale articolo infatti concede un privilegio generale alle imprese artigiane sui mobili del debitore.

Ma non per lui, che si vede negato anche questo piccolo vantaggio che forse, dico forse, le avrebbe dato una qualche speranza in più di recuperare parte del suo credito. Mentre scriviamo tutto resta ancora in alto mare. Nel frattempo Giorgio, per l'ennesima volta deluso, ha pensato bene di scrivere alla signora Boldrini per chiederle di mettere sul tavolo delle discussioni parlamentari, un disegno di legge per la  revisione della legge fallimentare che, secondo un interpretazione dello stesso Cirina lederebbe, nella parte che disciplina la ripartizione dell'attivo fallimentare, l'eguaglianza sancita dall'art. 3 della nostra Costituzione.

Una strada ardua quella intrapresa, che dal punto di vista procedurale richiederebbe l'intervento della corte costituzionale non adibile in Italia direttamente dal cittadino, se non in via incidentale attraverso il giudice a quo. Dal punto di vista morale che dire? Difficile vedere nel mite Cirina un lestofante di prim'ordine, come vorrebbe farlo apparire Equitalia. Difficile non capire le sue ragioni di cittadino che

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