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La dialisi adesso si fa in casa. Una paziente di Orosei ha inaugurato il trattamento a domicilio

L'assistenza sanitaria esce dalla struttura ospedaliera per trovare spazio nell'ambiente accogliente e familiare delle mura domestiche. Giacobba Lai, 49 anni, di Orosei, paziente del reparto di dialisi dell'ospedale San Francesco di Nuoro, ieri mattina ha iniziato il trattamento nella sua abitazione grazie al nuovo e ultra tecnologico macchinario per la dialisi messo a disposizione dalla Asl nuorese.

La dialisi adesso si fa in casa. Una paziente di Orosei ha inaugurato il trattamento a domicilio

Di: Redazione Sardegna Live


L'assistenza sanitaria esce dalla struttura ospedaliera per trovare spazio nell'ambiente accogliente e familiare delle mura domestiche. Giacobba Lai, 49 anni, di Orosei, paziente del reparto di dialisi dell'ospedale San Francesco di Nuoro, ieri mattina ha iniziato il trattamento nella sua abitazione grazie al nuovo e ultra tecnologico macchinario per la dialisi messo a disposizione dalla Asl nuorese. Con lei, anche un'équipe di medici provenienti dai centri di Nuoro, Macomer e Sorgono, che ha curato l'avvio dell'iniziativa. 


«Al nostro arrivo - racconta Franco Logias, direttore della rete di nefrologia e dialisi - abbiamo trovato la paziente distesa nel suo divano di casa che, in tutta tranquillità, guardava la televisione e portava avanti il trattamento. È stato un momento che ci ha emozionati tutti. Il progetto della dialisi domiciliare, sostenuto dal direttore generale della Asl di Nuoro Antonio Maria Soru, rappresenta un percorso fondamentale nel cammino dell'innovazione nelle cure per i dializzati».


Accanto a Giacobba Lai, alla sua prima seduta di dialisi in casa, c'erano anche le figlie e il marito. «L'educazione terapeutica e di addestramento alla metodica per l'utilizzo del nuovo macchinario per i dializzati - spiega Alessandro Carrus, responsabile della rete dialisi - ha avuto una durata di due mesi e mezzo. Il marito e la figlia della signora Lai hanno seguito nell'ambiente ospedaliero la formazione necessaria per l'assistenza. Il nostro è un progetto molto ambizioso che richiede un grosso impegno dal momento che ha una declinazionale extra ospedaliera».

Fino a oggi i dializzati hanno vissuto solo di restrizioni e di limitazioni, mentre con il nuovo apparecchio è sufficiente una seduta dialitica al giorno della durata di circa due ore per far fronte alle esigenze. Il trattamento a domicilio dà quindi modo di evitare lunghissime attese, trasferte faticose e stanchezza.

«I dializzati attraverso questo nuovo sistema - spiega Marilena Sedda, responsabile del progetto di dialisi domiciliare - avranno la possibilità di riprendere in mano la loro vita. Il paziente può usufruire della nostra massima assistenza anche se il trattamento viene effettuato a domicilio. Per questo motivo - puntualizza l'esperta - abbiamo messo in campo un'équipe medica altamente qualificata».


Roberto Tangianu

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