In Sardegna

Una soluzione alla fame nel mondo: insetti

Una soluzione alla fame nel mondo: insetti

Una soluzione alla fame nel mondo: insetti

Di: Redazione Sardegna Live


 

E’ stato durante la conferenza internazionale su "Le foreste per la sicurezza alimentare e la nutrizione'', (13 – 15 maggio 2013) che la FAO ha lanciato un appello dal sapore amaro. Il tema è la fame nel mondo e la soluzione proposta per arginarla si trova alla portata di tutti: consumare insetti perché è l’alimento più diffuso, completo e dai costi vicini allo zero.

Sono circa 870 milioni le persone che nel mondo non mangiano a sufficienza per essere considerate in buona salute. Ciò significa che ben una persona su otto è affamata, ogni giorno. Se si pensa che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la fame è al primo posto nella lista dei principali rischi per la salute causando una mortalità superiore a quella provocata da AIDS, tubercolosi e malaria messi insieme, il quadro è allarmante.

Soffrono di fame cronica 130 milioni di persone e, nonostante il loro numero sia calato nell’ultimo ventennio, bisogna considerare che i maggiori progressi contro la fame sono stati raggiunti nel biennio 2007-2008. Successivamente il progresso globale nella riduzione della fame ha subito un rallentamento importante.

Due miliardi di persone in tutto il mondo consumano abitualmente circa 1.900 specie di insetti. In alcuni casi si tratta di sopravvivenza, in altri è questione di cultura gastronomica. I coleotteri sono i più mangiati (31%), seguiti da bruchi (18%), api, vespe e formiche (14%), cavallette e grilli (13%).

Gli insetti, unitamente ai prodotti della foresta come radici e frutti selvatici, potrebbero riuscire, dunque, a sfamare i paesi in difficoltà. Gli insetti sono ricchi di proteine e sali minerali e, condizione ancor più importante, hanno un ridotto impatto ambientale e sono disponibili in così grande quantità che non ci sarebbe neanche bisogno di allevarli. In ogni caso, secondo il Direttore della FAO, il loro allevamento è in grado di creare posti di lavoro e reddito per il momento soprattutto a livello locale, ma anche potenzialmente su scala industriale. 

Anche per la Coldiretti, proprio in riferimento allo studio della Fao, una corretta alimentazione non può prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati. E a questo principio non possono sfuggire neanche gli insetti che si trovano ad anni luce di distanza dalla nostra realtà culinaria nazionale e da quella di tutta l’Europa occidentale e degli Stati Uniti d’America.

Un rifiuto a livello psicologico legato senz’altro, in primo luogo, a loro disgustoso aspetto. E’ per questo motivo che l’ambientalista Pat Crowley ha fondato una Società che produce barrette energetiche a base di grilli. L’azienda si chiama Chapul, nome azteco dei grilli, ha sede nello Utah e realizza barrette in tre diversi gusti: chaco, con cioccolato e noci; thai, con cocco, zenzero e lime; aztec, con cacao, caffè e pepe di caienna. L’azienda sottolinea di donare il 10% del ricavato a progetti di conservazione dell’acqua nelle zone più aride del pianeta e vende proficuamente le sue barrette in ben 12 Stati.

Destinate in particolare alle popolazioni in difficoltà e alle persone in movimento, con mentalità aperta e con maggiore consapevolezza dell’ambiente, le barrette confezionano un’idea semplice ma rivoluzionaria. Molto presto potranno arrivare in Europa. E noi? Saremo disposti a superare preconcetti e ostacoli di ordine culturale e psicologico per salvare il pianeta?

Per ora in Sardegna ci accontentiamo della mosca casearia che infesta il delizioso “casu marzu”. Da qui il passo è breve!

 

Daniela Angius 

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