Nuoro

Sit-in di protesta degli ex lavoratori di Idea Motore: "Non consentiremo a nessuno di portare via i nostri macchinari"

Questa mattina, dalle ore 10:00, davanti ai cancelli dello stabilimento dell'ex Idea motore, fallito lo scorso mese di luglio, si è tenuto un sit-in protesta attraverso il quale i lavoratori della fabbrica nuorese di motori elettrici per lavatrici hanno nuovamente chiesto a gran voce un aiuto agli amministratori locali e della Regione affinché si cerchi di impedire che la multinazionale giapponese Nidec Sole porti via i macchinari dallo stabilimento nuorese.

Sit-in di protesta degli ex lavoratori di Idea Motore:

Di: Redazione Sardegna Live


Questa mattina, dalle ore 10:00, davanti ai cancelli dello stabilimento dell'ex Idea motore, fallito lo scorso mese di luglio, si è tenuto un sit-in protesta attraverso il quale i lavoratori della fabbrica nuorese di motori elettrici per lavatrici hanno nuovamente chiesto a gran voce un aiuto agli amministratori locali e della Regione affinché  si cerchi di impedire che la multinazionale giapponese Nidec Sole porti via i macchinari dallo stabilimento nuorese.

Il 15 marzo scorso la 'dichiarazione di morte' dell'impresa nuorese, che ha operato a partire dal 2001 nell’area industriale di Prato Sardo a Nuoro e che contava 80 dipendenti, era stata firmata dal giudice fallimentare del tribunale di Brescia alla fine dell'asta pubblica, attraverso la quale i giapponesi si sono aggiudicati i macchinari di Am Italia, ex Idea Motore.

“La multinazionale nipponica –scrive la Fiom Cigl Nuoro che chiede un incontro con il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore Maria Grazia Piras - vorrebbe portare i macchinari in un Paese dell’Est Europeo, dove il costo della manodopera è più vantaggioso per avviare lì la produzione di motori elettrici.

La nostra preoccupazione come organizzazione sindacale è quella che se questa decisione venisse confermata, rappresenterebbe per il territorio nuorese la cancellazione definitiva di una realtà industriale importante, che ha avuto fino a pochi mesi fa gli impianti attivi e produttivi. 

La provincia di Nuoro ha perso in un anno 2300 posti di lavoro – evidenzia la Fiom Cigl Nuoro -  ed ha visto un aumento della disoccupazione da 7200 unità del 2014, a 8800 unità del 2015, questa ulteriore perdita significherebbe aggravare ulteriormente una gravissima situazione di crisi che ormai, è fuori controllo e che sta facendo pagare al territorio dei prezzi enormi dal punto di vista sociale ed economico.

Per queste ragioni – conclude l’organizzazione sindacale - chiediamo come FIOM CGIL, al Presidente della Regione Sardegna e all’assessore all’industria di attivarsi, con tutti gli strumenti a loro disposizione, per convocare un urgente incontro alla presenza dei rappresentanti della società nipponica, per far si che si possa aprire un confronto con l’intenzione di tenere in Sardegna i macchinari , la produzione e i posti di lavoro”.

Presente alla manifestazione di protesta di questa mattina anche il sindaco di Nuoro Andrea Soddu: “Stamattina mi sono recato al sit-in organizzato dagli operari di AM Italia SRL per ribadire la vicinanza dell'amministrazione comunale che sosterrà i lavoratori e le loro famiglie in questa difficile vertenza.

Martedì avrò un incontro con l'assessore regionale all'industria Maria Grazia Piras, parleremo di questa vicenda e delle possibili soluzioni.

Ho apprezzato molto la presenza, oltre che dell'assessore Marcello Seddone, di un nutrito gruppo di Consiglieri Comunali di maggioranza ed opposizione, a testimonianza che questa è una battaglia di tutta la città”.

Non ha voluto far mancare il suo appoggio ai lavoratori anche il primo cittadino di Mamoida Luciano Barone: "Questa è una battaglia del territorio, non è solamente la battaglia di Nuoro e per questo anche noi dobbiamo fare la nostra parte".

"Siamo qui in presidio perché non consentiremo a nessuno di portare via i nostri macchinati - ha detto il segretario provinciale della Fiom Cgil Maddalena Casula -. Chiediamo un intervento della Regione, ma anche del Parlamento, in particolare di tutti gli eletti nel territorio".

 

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