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Serrande chiuse in difesa dell'ospedale San Camillo di Sorgono

“Nella giornata di domani gli artigiani e i commercianti di Tonara chiuderanno la loro attività per unirsi alla manifestazione di protesta in difesa dell'ospedale San Camillo di Sorgono in programma a Cagliari. Gli amministratori, gli esercenti, gli operai, i ragazzi, gli anziani e le associazioni scenderanno in piazza per rivendicare a gran voce il diritto alla salute e la salvaguardia dei servizi essenziali”.

Serrande chiuse in difesa dell'ospedale San Camillo di Sorgono

Di: Redazione Sardegna Live


“Nella giornata di domani gli artigiani e i commercianti di Tonara chiuderanno la loro attività per unirsi alla manifestazione di protesta in difesa dell’ospedale San Camillo di Sorgono in programma a Cagliari. Gli amministratori, gli esercenti, gli operai, i ragazzi, gli anziani e le associazioni scenderanno in piazza per rivendicare a gran voce il diritto alla salute e la salvaguardia dei servizi essenziali”.

Sono queste le parole del sindaco di Tonara Flavia Loche che ancora una volta ribadisce quale sia l’importanza della manifestazione di protesta prevista per domani a Cagliari.

“Cesseranno la produzione anche le fabbriche del torrone - spiega il sindaco Loche -. Crediamo che questa riforma sia un vero e proprio danno per le nostre popolazioni. Se è vero che i posti di lavoro di Sorgono non verranno persi, sicuramente ci sarà un trasferimento in massa degli operatori e questo comporterà anche un abbandono del territorio da parte delle famiglie. In questo modo si verrà a creare un effetto domino su tutti i tagli degli altri servizi, sulle attività, sulle scuole, sugli uffici di utilità pubblica”.

“Questo - continua il primo cittadino - comporterà comunque una riduzione del peso economico del nostro paese perché molte attività commerciali e artigiane si vedranno decrementare i loro introiti. Per questi motivi domani scenderemo in piazza tutti insieme per rivendicare non solo il diritto alla salute, non solo in no alla chiusura del San Camillo, ma anche il no ai futuri tagli che sicuramente verranno perpetrati ai nostri danni. Tagli che vengono fatti sempre a danno delle popolazioni più marginali e deboli, guarda caso quelle più spopolate e che contano un bacino elettorale, dal quale attingere voti, assolutamente insignificante per chi siede negli scranni di via Roma e dei palazzi capitolini”.

“Siamo convinti  - conclude Falvia Loche - che dietro le manovre politiche ci sia proprio un disegno per fare in modo che i nostri centri vengano spopolati in nome di una logica ragionieristica che però non ha ragione di esistere, visto che i nostri paesi sono sempre molto virtuosi anche relativamente all’economicità delle spese delle casse comunali”.

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