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La sicurezza stradale e i bambini

L'aria di quel pomeriggio è gelida, tagliente come la lama di un coltello. Gli spettatori intervenuti per l'occasione, perlopiù genitori e amici, tentano di scaldarsi sfregandosi le mani. Qualcuno saltella, altri frugano le borse alla ricerca di guanti, sciarpa o capello. Ma appena i bambini delle quinte elementari di Ussana iniziano il loro saggio, i cuori d'incanto si scaldano, portando un po di tepore anche ai più freddolosi.

La sicurezza stradale e i bambini

Di: Redazione Sardegna Live


L'aria di quel pomeriggio è gelida, tagliente come la lama di un coltello. Gli spettatori intervenuti per l'occasione, perlopiù genitori e amici, tentano di scaldarsi sfregandosi le mani. Qualcuno saltella, altri frugano le borse alla ricerca di guanti, sciarpa o capello. Ma appena i bambini delle quinte elementari di Ussana iniziano il loro saggio, i cuori d'incanto si scaldano, portando un po di tepore anche ai più freddolosi. 

Il tutto si svolge nel campetto della scuola, in questo paesino che sta ai piedi del Parteolla. Dista dall'arteria stradale principale sarda, la 131, poco più di un chilometro, anche se non tutti lo conoscono. Eppure in quella giornata, vista l'iniziativa, avrebbe meritato una ribalta ben più importante del solito. Cosi toccherà proprio a questi piccoli “soggetti del diritto” portarla sin dentro il cuore pulsante del paese: la scuola. Già la scuola!! Spesso dimenticata dalle varie classi dirigenti che trovano risorse per privilegi e sprechi, ma quasi mai per ricerca e educazione. Cosi, gli insegnanti si ingegnano per poter offrire a queste generazioni di futuri governanti e non, sprazzi di quegli insegnamenti che altrove sono la routine. Irene e Simona sono le maestre, Ulisse l'operatore scolastico, tutti personaggi sconosciuti ai più, ma sono loro il propulsore quando queste iniziative si realizzano. 

Il 2012 segna il record storico del minor numero di vittime. Eppure gli incidenti stradali con lesioni a persone sono stati comunque 186.726, causando il decesso di 3.653 persone, di cui 289 solo tra i ciclisti. Altre 264.716 sono le persone rimaste ferite (dati ISTAT). Questi dati devono dunque far riflettere sull'importanza che un investimento pubblico in questa direzione, potrebbe avere non solo nella fondamentale salvaguardia di vite umane, ma anche nella prospettiva di oneri sociali meno elevati.

L'esperto Andrea Angioi, titolare della società Carrera Longa, è fiero di essere sardo. Dall'accento spiccatamente nuorese, mi racconta di aver vissuto da emigrato in Trentino. E' li che conosce una bella ragazza tedesca con caratteri tipici germanici: bionda e precisa. Le racconta, che nel suo paese l'educazione stradale è un obbligo fin da bambini. Un apposito insegnante lavora nelle scuole dell'obbligo spiegando le regole civiche di comportamento quando si è alla guida di un auto, di una bicicletta, o più semplicemente, quando si cammina per strada. Andrea è illuminato dal racconto di Eva (nome di fantasia).

Già si vede nella sua amata Sardegna ad insegnare quelle regole che spesso neppure gli adulti conoscono.  La sua avventura inizia così, quindici anni or sono. Armato di cartelli stradali, automobiline e biciclette si presenta nelle scuole sarde, dove la sua iniziativa viene accolta con favore. Quando arriva a Ussana, una sera gelida di fine novembre, Andrea ha già insegnato educazione stradale in circa 40 paesi: da Fonni a Dolianova passando per la sua Bitti. La sua è un esperienza temprata negli anni che gli permette di insegnare in poche lezioni, divise per livelli di apprendimento, semplici regole basilari per il rispetto verso gli altri, condite dalle norme comportamentali e dalle indicazioni stradali principali. La severità è notevole ma necessaria, per farsi ascoltare da questi futuri automobilisti e pedoni in erba. Viola il pedone, Alice l'automobilista, Paola la ciclista, Alessandro il vigile.

Vestiti con elmetto o capellino, si calano perfettamente nel ruolo affidato, come fossero per una sera, veri protagonisti della scena stradale che da adulti vivranno quotidianamente. Per ora, si sentono come degli attori, al cospetto di un pubblico esigente fatto di genitori e maestre. Ma da grandi probabilmente, vivranno la scena reale con maggior rispetto e consapevolezza delle regole, ricordando con un po di nostalgia i tempi in cui le imparavano quasi per gioco, spensierati e felici.  

 

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