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A guardare i Mondiali di Qatar 2022 il rammarico per una qualificazione mancata proprio sul finale cresce sempre di più. Cresce perché le prestazioni viste, i nomi incontrati, i singoli e i collettivi che sono scesi in campo a Doha e dintorni non sono sembrati così superiori agli Azzurri. Sarà compito di Roberto Mancini saper trovare in fretta una ricetta per ripartire. E per farlo forse potrà guardare proprio a due ex cagliaritani, oggi entrambi all’Inter. Stiamo parlando di Raoul Bellanova e Nicolò Barella. Vediamo come sta andando la loro stagione.
Il sogno tricolore di Barella
15 partite in campionato, 5 in Champions League, per un totale di 7 gol e 6 assist a metà stagione. Il 2022 di Barella non può di certo definirsi complicato. Il cagliaritano, passato all’Inter nell’estate del 2019 con un prestito oneroso da 12 milioni e un riscatto da 25, è ormai diventato una colonna portante dello scacchiere nerazzurro. In bacheca ha già messo un Europeo con l’Italia, un Supercoppa, una Coppa Italia e uno scudetto con l’Inter. E di certo non ha intenzione di fermarsi dopo aver giurato amore eterno all’interno.
"Il campionato lo vince chi è più equilibrato e fa meno errori - ha spiegato ai microfoni della Gazzetta dello Sport qualche settimana fa - Ma è un torneo lunghissimo e strano, con un Mondiale di mezzo, quindi noi ci crediamo. Il nostro obiettivo resta lo stesso: provare a vincere lo scudetto". Le quote scudetto della Serie A vedono il Napoli favorito a 1.50, con la seconda posizione in mano al Milan, bancato a 6.50, seguito a stretto giro dall’Inter messo in lavagna da Eazybet a 7.50 proprio come la Juventus. Sognare, in fondo, non costa veramente nulla.
Bellanova in attesa della consacrazione
Sgomita per farsi strada, invece, Raoul Bellanova, il terzino cresciuto nelle giovanili del Milan e letteralmente esploso nel suo anno qui a Cagliari. In estate è passato all’Inter con la formula del prestito con diritto di riscatto e, complice anche la giovane età (Bellanova è un classe 2000), sta faticando a imporsi nelle scelte di Simone Inzaghi. 9 presenze fin qui in campionato, 2 invece in Champions League condite da ottime prestazioni e tanta voglia di fare. Roberto Mancini dovrà guardare anche a lui per il futuro della sua nazionale, che tra quattro anni dovrà dimostrare al mondo come il movimento del calcio italiano non sia morto.