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Quando nel 1965 Nina Simone (pseudonimo di Eunice Kathleen Waymon) registrò la sua versione di "Sinnerman", probabilmente non immaginava che quella sarebbe divenuta la più famosa fra le tante circolate fino a quel momento nel panorama folk/gospel. Quando nel 2019 Jannik Sinner irruppe nel circuito Atp, difficilmente pensava di poter diventare, soltanto sei anni più tardi, uno dei tennisti più vincenti della storia e, forse, il più grande atleta italiano di tutti i tempi.
La grandezza di un predestinato
"Sinnerman", "Peccatore": un appellativo che certo non si addice al tennista altoatesino, che però quel pezzo di repertorio si assomiglia senz'altro per il ritmo martellante, quasi ossessivo, che accompagna la tensione del testo. Quello stesso ritmo può essere paragonato alla determinazione, alla resilienza che Sinner mette ogni volta che entra in campo: una corsa continua verso il traguardo, proprio come il protagonista della canzone cerca di sfuggire al destino.
Ma al destino non si sfugge e, anzi, nel caso di Jannik sembra quasi che sia quest'ultimo a tenersi aggrappato a esso per forgiarlo e indirizzarlo verso orizzonti sfolgoranti. Lo fa con grazia e vigore al tempo stesso: la grazia e la pacatezza con cui rispetta ogni avversario, il vigore con cui li schianta sul campo. Queste pagine di epica sportiva si alimentano di una rivalità moderna, che si preannuncia durevole e avvincente: quella con lo spagnolo Carlos Alcaraz.
L’ennesima pagina del vis-à-vis più elettrizzante del panorama sportivo odierno si è consumata oggi a Torino, e ha visto l’azzurro alzare il pugno al cielo fra le mura casalinghe. Era l’ultimo atto di un’annata ricca di emozioni, che guardacaso ha visto i due fenomeni spartirsi incontrastatamente la posta in palio (per Sinner i trionfi all’Australian Open e a Wimbledon, per Alcaraz agli Us Open e al Roland Garros).
Il finale perfetto
Alle Atp Finals, Sinner arrivava da numero 1 al mondo dopo aver superato in extremis lo spagnolo reduce dal flop al Master 1000 di Parigi, ma col passaggio dei gironi Alcaraz si è riappropriato automaticamente del primato. Una sorta di equilibrio permanente, quasi perfetto accompagnava i due alla vigilia della sfida finale, ed era complicato anche solo sbilanciarsi verso uno o l’altro sull’esito dell’Inalpi Arena.
Il campo alla fine ha incoronato Jannik Sinner, che colpo su colpo ha lentamente affievolito l’esplosività del funambolico collega. Una sfida intensissima chiusa in due set ad alta frequenza (6-7 5-7), nella quale l’azzurro ha saputo leggere alla perfezione i momenti della partita. Alle folate vigorose di Alcaraz ha saputo tener botta subendo niente più del necessario, e rimanendo sempre aggrappato alla gara.
Un dato impressionante: chiude il torneo senza aver perso alcune set. Una vittoria psicologica prima ancora che tecnica, che ancora una volta evidenzia la mentalità ferrea del tennista italiano, e che spazza via, se ancora ce ne fosse bisogno, anche i residui delle inutili polemiche legate alla convocazione in Nazionale declinata.
Il meritato riposo chiama Jannik Sinner a recuperare le energie in vista dell’anno nuovo, e a chiuderne un altro da protagonista assoluto, sul trono d’Italia. Della sua Italia.

