Nell’attuale rosa del Cagliari il reparto portieri è certamente quello che finora ha dato i migliori risultati. Alessio Cragno e Rafael si sono divisi quasi equamente la titolarità, a causa degli infortuni che hanno colpito entrambi, senza mai l’uno far rimpiangere l’altro. Qualche anno fa, nella stagione 2010-2011, i rossoblu avevano un altro reparto portieri di sicuro affidamento: Michael Agazzi, Federico Marchetti e Ivan Pelizzoli. La redazione di SardegnaLive ha sentito in ESCLUSIVA proprio Pelizzoli, ex portiere, tra le altre, di Roma, Atalanta, Lokomotiv Mosca e Pescara, ora svincolato dopo la rescissione consensuale col Foggia operata lo scorso dicembre. Con l’ex estremo difensore rossoblu (che ha disputato 1 sola partita in maglia Cagliari), abbiamo parlato proprio del duo Cragno-Rafael, ma anche di altri argomenti, tra cui il ritorno di Ragatzu, con lui in quella stagione che risale ormai a 8 anni fa, al Cagliari a partire dal giugno 2019.

Ciao Ivan, come giudichi il campionato del Cagliari? Pensi potesse fare un cammino diverso?

“Il Cagliari è una squadra che si deve salvare, quindi deve lottare ogni domenica per raggiungere l’obiettivo. Me lo immaginavo più in alto in classifica, sinceramente, anche per il parco giocatori che ha, ma il campionato è ancora lungo, sono tutte vicino e quindi può fare ancora meglio”.

Dal mercato ci si aspettava forse di più dal Cagliari: sono arrivati Castan dalla Roma, il greco Lykogiannis dallo Sturm Graz, il giovane colombiano Ceter e ieri il giovanissimo Caligara dalla Juventus, più il ritorno di Han dal Perugia. Forse un po’ troppo poco non credi?

“Il Cagliari ha fatto un mercato mirato, ha inserito i giocatori che gli servivano e ora sul campo devono tutti dimostrare di essere da Cagliari, da squadra che lotta per salvarsi. Han? E’ un buon giocatore che può dare tanto, anche se a me piacciono giocatori un po’ più strutturati fisicamente”.

Il Cagliari ha riportato a casa Ragatzu che rimarrà all’Olbia in prestito ancora un anno e mezzo e poi sbarcherà in rossoblu. Tu che ci hai giocato, pensi sia una buona operazione alla luce anche della maturazione del ragazzo di Quartu?

“Ragatzu, calcisticamente parlando, è un talento. Parlo per quando giocava con me. Aveva dei colpi da giocatore vero, da Serie A, ma aveva la testa di un ragazzino, era quello il suo problema. Adesso, con la sua maturazione, magari ha capito che deve mettere la testa a posto, penso sia maturato e ha capito che stava buttando via un’occasione. Ha dei mezzi tecnici importantissimi e può giocare senza problemi in Serie A. Finalmente si è messo in testa ad Olbia che poteva fare un grande campionato, lo sta dimostrando e il Cagliari l’ha riportato a casa. Speriamo che l’anno prossimo sia quello della sua consacrazione perché se lo merita. Io l’ho conosciuto anche dal punto di vista umano, è un bravo ragazzo, con grandi doti”.

Come vedi la corsa salvezza in Serie A?

“Sotto il Cagliari ci sono tre squadre che sono meno forti dei rossoblu. La squadra di Lopez potrebbe tirarsi presto via da questa corsa, ma attenzione perché il calcio è strano, è una ruota che gira e le partite bisogna giocarle sempre al massimo. Se il Cagliari lo farà si salverà tranquillamente perché a livello tecnico ha dei giocatori più validi rispetto ad altre squadre”.

Tu che ricordi hai della tua unica stagione in rossoblu? Era il 2010-2011 e hai fatto il secondo di Agazzi.

“Sono stato benissimo. Eravamo tre ottimi portieri, io, Michael e Marchetti. Un reparto portieri che nessuna squadra di Serie A aveva. Avevamo iniziato male la stagione, ma poi siamo venuti fuori con la compattezza e abbiamo portato a casa l’obiettivo. Era una grande squadra con giocatori come Conti, Agostini, Cossu, Pisano, Matri, Lazzari, Biondini, Astori, Canini, una squadra importante”.

A proposito di portieri anche quest’anno il Cagliari, col duo Cragno-Rafael, non è messo poi così male, non trovi?

“Rafael è un portiere di sicuro affidamento, è un portiere completo, bravo sotto tutti i punti di vista, bravo nelle uscite, veramente completo. Cragno sta dimostrando di essere un giovane di grande prospettiva che può ambire a giocare tantissimi anni in Serie A. Sì, è decisamente un buon mix di portieri, per il Cagliari è tanta roba”.

Per quanto ti riguarda hai concluso anticipatamente il tuo contratto col Foggia lo scorso dicembre. Cosa è accaduto?

“A Foggia mi ha voluto Giuseppe Colucci, al quale ho detto grazie perché mi ha dato l’opportunità di ritornare in Serie B. Problemi a livello calcistico non ne ho avuti. Il problema è stata la distanza dalla mia famiglia. Ho una moglie e tre figli che sono rimasti a Bergamo e quindi li vedevo 1-2 giorni ogni 2-3 settimane. La distanza ha inciso parecchio sulla mia scelta. Non giocando, ho preferito rescindere, ma senza litigare con nessuno, andando via pacificamente. E’ stata una scelta solo per riavvicinarmi alla mia famiglia”.

Hai ancora intenzione di giocare a calcio o pensi già al tuo futuro post calciatore?

“Sì, io sto cercando ancora qualcosa, sono in attesa. Il mercato è finito ieri, ora le squadre vedranno se c’è qualche casella libera e vediamo se potrò inserirmi da qualche parte. Dovrei aver tempo fino a fine febbraio e poi vediamo. Se trovo qualcosa vado avanti, altrimenti aspetto giugno e cerco di crearmi un futuro. Io voglio aprire una scuola di portieri, un’Accademy nella bergamasca per insegnare ai ragazzi il ruolo del portiere, che è quello che ovviamente conosco meglio”.