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Dalla Toscana alla Sardegna per realizzare un sogno lungo cinquant'anni. Il motivo? Una passione sfrenata per il Cagliari, l'amore matto di un ragazzino per le prodezze di Gigi Riva. E' il racconto documentato da una giovane figlia, che insieme al papà tifoso ha preso un volo per l'Isola, destinazione Unipol Domus. "Dovete sapere che mio babbo tifa Cagliari da sempre - racconta Chiara Noferi -, quindi, perché non andare a Cagliari a vedere la partita?". Inizia così il loro viaggio per chiudere un cerchio apertosi sul finire degli anni Sessanta.
Sognando rossoblu
"Ma se io ti chiedessi perché tifi Cagliari?", domanda la figlia al padre. "Tifo Cagliari perché nel 1970 c'era un giocatore che si chiamava Gigi Riva, e mi ha messo la passione per il Cagliari e per lui", racconta brevemente l'uomo. E allora non resta che omaggiare il ricordo di quell'amore mai sfiorito, ancora ardente, di una squadra che ha ammaliato l'Italia intera. Si va allo stadio, c'è Cagliari-Inter.
La gioia è sempre la stessa, quella di un bambino che sogna quei colori. Cori coi tifosi, sorrisi e adrenalina. Sugli spalti il cinque a Pavoletti, nel pre-partita, e durante il match la sciarpa tesa fra le mani, sopra la testa, con scritto "Gigi Riva uno di noi". Sussulti, sguardi, risate e incitamenti: una partita vissuta da tifoso vero, lontano da casa ma col cuore colmo di emozioni.
Una passione che attraversa lo Stivale
Una straordinaria testimonianza di come certi uomini, ancor prima che atleti, possano unire intere platee, dalla Sardegna alla Toscana, attraversando tutto lo Stivale. A conferma di ciò le centinaia di commenti sotto il video condiviso dalla ragazza, racconti di vite e passioni giovanili, tutte sotto il segno di quei colori: il rosso e il blu. "Sono di Venezia e tifo Cagliari da matti - rivela un utente -, ogni tanto vado anch'io a vedere le partite, tutto cominciò da quel magico 69/70".
Il ricordo di un figlio: "Anche mio papà, pugliese di Barletta, tifava Cagliari per il mitico Gigi Riva". Ancora un utente: "Anch'io tifo Cagliari dai tempi di Riva e sono napoletana. La prossima volta vorrei venire a vedere la mia squadra a Cagliari e visitare la tomba del Mito". E ancora: "Sono pugliese, vivo a San Severo ma Gigi Riva mi ha stregato e sono diventato sardo anch'io. L'ho conosciuto e sono stato a casa sua. Sono abbonato ad aerei e curva sud".
Nel segno di Gigi
Un'ondata d'affetto ha travolto padre e figlia. Centinaia di tifosi sardi si sono riversati nei commenti per fare sentire loro l'accoglienza di una piazza che dell'accoglienza ha fatto il suo marchio di fabbrica. Fra inviti a tornare presto alla Domus e proposte di "cittadinanza sarda onoraria". Un attestato di stima e di fratellanza non solo per il ti tifoso toscano, ma per chiunque porti quei colori nel cuore lontano dalla Sardegna.
E' il più grande lascito del campione: prima dei gol, prima dei successi. L'amore, la passione che unisce senza barriere geografiche, senza campanilismi né rivalità. Il segno indelebile di un uomo che ha saputo unire intere generazioni, tramandando la vera essenza di un calcio passato, che per anni ha reso Cagliari terra felice, e oggi meta di pellegrinaggio nel ricordo del mito, Gigi Riva da Leggiuno. Per tutti, Rombo di Tuono.