Tamburini e Trombettieri "Città di Oristano" | Oristano


STORIA DELL'ASSOCIAZIONE

L'Associazione Culturale Tamburini e Trombettieri "Città di Oristano" è  formata da  musici e figuranti. Il gruppo, fondato nel 2004, ha come scopo principale la valorizzazione socio culturale dei suoni e colori che accompagnano la Sartiglia di Oristano.

Oltre partecipare come protagonisti alla colonna sonora della Sartiglia dell’ultimo martedì di Carnevale, appannaggio del Gremio degli artieri del legno di San Giuseppe, sono presenti con le loro esibizioni alle più importanti manifestazioni folkloristiche della Sardegna oltre che in Italia e in Europa.


ABBIGLIAMENTO DEI FIGURANTI

I costumi indossati dai tamburini e trombettieri "Città di Oristano", che vengono indossati ed esibiti durante lo svolgimento della Sartiglia, sono il frutto di una ricostruzione avvenuta intorno alla metà degli anni Cinquanta. Tali fogge furono prese da immagini inerenti abiti di diplomatici spagnoli del XVI secolo, le quali funzioni di araldi e ambasciatori prevedevano la presenza di tamburi e trombe. Da quel momento in poi tali fogge sono state tramandate e sono tuttora in uso, ed in particolare prevedono i colori di base delle giubbe dei tamburini in nero e rosso, nelle loro varianti di tonalità, mentre di colore oro e giallo sono le trine e le passamanerie che li adornano .

L'unica variazione apportata nel corso del tempo è frutto di studi storico-ricostruttivi risalenti al 2004. Tale ricerca ha portato l’associazione ad adottare dei tipici calzoni dicolore giallo ocra indossati esclusivamente dai tamburini, la cui foggia  proviene da specifiche immagini pittoriche del XVI secolo provenienti dalla Spagna.

Uguale fonte di riferimento  è stata utilizzata per i costumi da trombettiere, con un occhio di riguardo verso i costumi da araldo, il cui utilizzo della tromba nella propria funzione istituzionale ha collegato idealmente i trombettieri oristanesi. Il bianco ed il rosso con la variante bordeaux sono i colori tipici che adornano la giubba ed il mantello dei trombettieri della Sartiglia, così come i tamburini adottano trine e passamanerie color oro.

Entrambi i costumi portano nel capello una piuma bianca, simbolo per eccellenza di purezza e di profondo amore verso la tipica ed unica giostra equestre oristanese.


CURIOSITA'

Oristano, antica città di origine medievale, per la sua storia e le straordinarie testimonianze architettoniche e artistiche del suo prezioso passato, rappresenta una delle realtà più importanti dell’immenso e variegato patrimonio culturale della Sardegna.

Accogliendo gli abitanti dell’antica città di Tharros, in fuga dalle continue minacce saracene, il villaggio bizantino di Aristanis diviene intorno all’anno Mille il nuovo capoluogo del Giudicato d’Arborea. Tale importante istituzione risulterà la più longeva delle quattro realtà giudicali che caratterizzarono la Sardegna del medioevo. Infatti, la conquista catalano aragonese del Regno di Sardegna, iniziata nel 1323 e che porrà fine all’esperienza dei regni giudicali sardi, potrà annoverare Oristano e il suo antico regno nei territori conquistati, solo nel 1420.

In circa cinquecento anni di storia, dal X al XV secolo, il Giudicato d’Arborea ha espresso una cultura di altissimo livello. Preziosi documenti testimoniano la ricchezza e la raffinatezza di questa città medievale ancora oggi riflessa nei monumenti dell’architettura civile e religiosa. L’antica città, cinta di mura e di torri alla fine del Duecento ad opera del giudice Mariano II d’Arborea, i cui resti sono visibili nel cuore della città, per diversi decenni ha rappresentato il simbolo della lotta contro la conquista catalano aragonese dell’Isola.

Nella seconda metà del Trecento la capitale e il giudicato arborense, vivono momenti di massimo splendore politico e culturale. Sono i decenni in cui i sovrani Mariano IV e sua figlia Eleonora promulgano la Carta de Logu, il moderno codice di leggi che governa la giustizia nel regno d’Arborea. Lo stesso codice, all’indomani della definitiva conquista ad opera dei catalani aragonesi, sarà esteso a tutto il Regno di Sardegna e rappresenterà la legge nell’intera Isola durante tutto il periodo della dominazione spagnola, e in parte di quella sabauda, sino al 1827, anno di promulgazione del Codice di Leggi civili e Criminali emanato da Carlo Felice.

Nei primi decenni del Quattrocento, con la conquista catalana, parte dei territori del Giudicato d’Arborea costituiranno il Marchesato di Oristano, titolo e territorio che nel 1478 passeranno direttamente sotto il controllo dello stesso re di Spagna. L’anno successivo Oristano è elevata al rango di Città Regia ricevendo i privilegi e i regolamenti concessi alle città catalane. Tra le prerogative di queste città vi era la possibilità di costituzione dei Gremi, associazioni di mestiere regolamentate secondo gli statuti delle consorelle corporazioni barcellonesi.

Alla città di Oristano di età spagnola si riferiscono i più antichi documenti della Sartiglia. Attualmente non sappiamo se anticamente la stessa autorità cittadina organizzasse l’evento della corsa alla stella in occasione di particolari festività, né conosciamo in quale momento storico i gremi iniziarono a curarne l’organizzazione. La più antica tradizione vuole che dall’origine la Sartiglia non abbia conosciuto interruzione e che ogni anno, con buone o cattive condizioni climatiche, sia in tempo di guerra che di pace, la Sartiglia si sia corsa e su Componidori ne abbia guidato il cerimoniale. Da cinquecento anni la Sartiglia caratterizza la storia della città. Per questa sua lunghissima storia la corsa penetra nel profondo la cultura e la società della città di Oristano, con la magia di offrirsi in ogni edizione rinnovata e ricca del suo antico passato.

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