Gruppo Folk "Tradizioni Popolari" | Galtellì


STORIA DELL'ASSOCIAZIONE

Il Gruppo Folk "Tradizioni Popolari" di Galtellì nasce nel 1979. L'associazione ha sempre partecipato a sagre ed eventi di importanza regionale come il Redentore a Nuoro, Sant'Efisio a Cagliari e la Cavalcata Sarda a Sassari.

Il gruppo folk ha fatto conoscere le tradizioni e il fascino di Galtellì anche grazie alla riproposizione del tipico "Ballu a tres passos" in varie citta d'Italia e d'Europa.


ABBIGLIAMENTO FEMMINILE

Il copricapo dell'abito delle donne può essere lo scialle lungo di seta chiamato “muccatore de seta longu”, il tradizionale copricapo in tubè marrone ricamato “su muccatore” o un copricapo in seta corto color caffè che veniva utilizzato dalle spose chiamato “muccatore de seta curtzu”.

La camicia di lino bianca con vari ricami nel collo e finissime pieghe inamidate, viene chiusa da bottoni di media grandezza in oro o argento e una spilla centrale.

Sopra la camicia viene indossato un piccolo gilet in seta e broccato chiamato “su zustillu” e “su zippone” ovvero il giubbino in terziopelo o velluto.

La gonna in orbace o panno è chiamata “sa vardetta”, plissetata dietro e liscia davanti e decorata in broccato o seta dipinta a mano, il decoro viene chiamato “su vronnimentu”.

Altri gioielli posso essere “sa cara e coraddu” un cammeo legato intorno al collo con un cinturino di velluto e gli anelli tipici come “sa croniola” o la fede sarda.


ABBIGLIAMENTO MASCHILE

L'abbigliamento maschile è composto dal copricapo “sa berritta” in panno o orbace nero. La Camicia è di lino bianca e viene chiusa da dei piccoli bottoni d'oro o argento, coperta da un corpetto chiamato “S'Imbustu” in panno rosso decorato con terziopelo o velluto nero. Il soprabito chiamato “sa grotza”, corto in orbace e velluto, o “su gabbanu”, lungo con il cappuccio sempre orbace e velluto.

I calzoni di lino bianco sono “sas cartzas”, le ragas chiamate “cartzones de uresi” sono in orbace e “sa chintorja”, la cinta, in pelle di vari decori.


CURIOSITA'

Galtellì è un piccolo centro della Baronia di 2.500 abitanti. Nasce ai piedi del monte Tuttavista, a pochi passi dal Golfo di Orosei.

Fu antica sede vescovile nella chiesa di San Pietro. 

Vi soggiornò Grazia Deledda, che trasse ispirazione dal paese per ambientarvi il celebre romanzo Canne al vento.

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