Gruppo Folk "Santa Maria de Bubalis" | Siligo

Foto Lorenzo Bellu


STORIA DELL'ASSOCIAZIONE

Il Gruppo Folk "Santa Maria de Bubalis" si forma all’inizio del 2000 a Siligo, un piccolo paesino di circa 1.100 abitanti situato nel cuore del Logudoro.

L'associazione cerca di trasmettere un importante massaggio culturale caratterizzato da un forte animo popolare, ma soprattutto dal grande desiderio di riappropriarsi e conservare la tradizione del ballo e del canto e in particolare di quello logudorese.

Il gruppo vanta un numero di settanta persone tra ballerini e soci accompagnatori. Il 13 agosto 2001 l'associazione ha organizzato la prima rassegna di balli e canti tradizionali per celebrare il battesimo sotto il nome di Santa Maria de Bubalis. Diverse le partecipazioni alle varie manifestazioni isolane come Cavalcata Sarda, Redentore, Sant'Efisio, nazionali ed internazionali (Irlanda e Finlandia).

Dal 2002 è in corso un nuovo progetto che riguarda l’insegnamento del ballo alle nuove generazioni. Si tratta di una vera scuola, poiché oltre all’insegnamento delle danze tradizionali, l’obiettivo che l’associazione si propone di raggiungere è quello dello studio della storia del costume tradizionale e delle varie usanze del paese di Siligo. Tutto ciò attraverso la ricerca, utilizzando i documenti e la memoria collettiva.


ABBIGLIAMENTO FEMMINILE

Il vestiario femminile indossato dalle donne dell'associazione è la versione più bella del costume di Siligo. Lo indossavano le donne dei ceti sociali più elevati, ma con l’andar del tempo venne usato come abito da sposa anche da donne non necessariamente molto ricche, diventando parte della dote di una ragazza di buona famiglia.

Capitava spesso che le famiglie si indebitassero per poter fare un abito da sposa così importante e straordinario e dunque molto costoso.

Anche a Siligo, come nei diversi paesi della Sardegna, i costumi non erano tutti uguali, almeno per quanto riguarda il vestiario della donna. L'abito tradizionale, oltre a rispecchiare il ceto sociale, evidenziava le diverse condizioni soprattutto della donna: il costume della vedova, della nubile, della coniugata, il vestiario di tutti i giorni, quello delle feste, quello da sposa.

Quest’ultimo veniva tramandato di madre in figlia come un oggetto  prezioso e custodito gelosamente al pari di un gioiello. Per questo capo speciale venivano utilizzati diversi  tessuti (con la prevalenza del rosso e del nero) : lino, cotone, panno, velluto, broccato e seta, impreziositi da eleganti e raffinati ricami, bianchi nella camicia e variopinti negli altri elementi che lo costituivano.


ABBIGLIAMENTO MASCHILE

Per quanto riguarda il vestiario maschile, il gruppo ha adottato “sas ragas”, proprie di tutti gli altri gruppi folk della Sardegna. Da studi fatti sull'evoluzione del costumi si ipotizza infatti che in origine  anche il costume  usato dagli abitanti di Siligo fosse così, anche se né dalla memoria collettiva, né da documenti scritti, né da foto o dipinti si sono potute ricavare notizie riferibili a questo capo di abbigliamento.

I pochi esemplari arrivati fino a noi sono invece documentati da antiche fotografie e dal ricordo  di tanti, anche giovani, che hanno conosciuto gli ultimi anziani che  ancora lo indossavano. Il copricapo è a sacco, camicia bianca di lino o cotone, pantaloni lunghi d’orbace, gilet e giacca con cappuccio sempre in orbace nero.


CURIOSITA'

Siligo è caratterizzata da numerose tradizioni popolari. Rinomata è "sa sartizza silighesa", la salsiccia di silighese. Il paese vanta un grosso repertorio culturale e folcloristico. 

Una menzione speciale meritano le poesie del famoso poeta estemporaneo Gavinu Contene (cavaliere dell’ottava rima), la letteratura di Gavino Ledda, e le melodie di Maria Carta.

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