Gruppo Folk "Gurusele Thathari" | Sassari

STORIA DELL'ASSOCIAZIONE

Il Gruppo Folk “Gurusele Thathari” di Sassari nasce nel 2003. Il nome “Gurusele” è il risultato di un attenta ricerca sui monumenti del centro storico di Sassari, di cui la fontana del Rosello (opera monumentale del XVI secolo) è il più significativo. Gurusele è il suo antico nome che deriva da un fiume (rio Gurusele) il quale scorreva nella valle e da cui la fontana traeva le sue acque. Anche la porta delle antiche mura di Sassari che si affacciava a est su questa vallata prendeva il nome di Porta di Gurusele. In seguito il nome si è trasformato in "Gurusello" e poi "Rosello".

Tra le sue attività l'associazione e Gruppo Folk “Gurusele Thathari" presta particolare attenzione al ballo tradizionale sardo e soprattutto del Logudoro. L’abbigliamento tradizionale di Sassari è stato ricostruito nei primi anni del 2000 in conformità a documenti d’archivio, fonti letterarie e iconografiche risalenti al periodo ce va dalla fine del '700 agli inizi dell'800, poiché già alla fine dell'800 gli abiti popolari in città erano quasi del tutto scomparsi.


ABBIGLIAMENTO FEMMINILE

Abito festivo delle donne abbienti

La caretta: cuffia a sacco di tessuto serico rosso o bordeaux. 

Lu veru: velo rettangolare legato sotto il mento e fluente sugli omeri in batista di cotone candido o di tulle bianco ricamato a fiorami in tono.

La faldara: camicia di cotone bianco molto scollata, orlata con una trenetta ricamata a punto nodo.

Lu còssu: busto rigido con allacciatura fissa di nastro sulla schiena. E’ ricoperto di broccato, damasco o velluto policromi e passamanerie d’oro. Chiude con un nastro rosso o rosa che passa entro asole rotonde sotto il seno. 

Giubbetto: in panno o velluto di seta rosso o granato. Ha maniche strette e sagomate con asole agli avambracci. S’indossa sopra il busto.

 

La faldetta: gonna talare, ampia, a larghe pieghe di scarlatto fine, a volte è orlata in basso di velluto nero.

Grembiule: in tulle bianco ricamato a fiorami in tono o mussola candida a pieghette. E’ più corto della gonna, pieghettato in vita.

 

Gioielli: bottoni di filigrana d’oro al collo della camicia, 5 o 12 bottoni per manica del giubbetto in filigrana o lamina d’argento (la buttonèra), collane di corallo rosso, anelli d’oro con o senza pietra.

 

 

Abito giornaliero delle contadine

La caretta: cuffia a sacco di tessuto nero o marrone scuro.

Lu muccaloru: quadrato messo triangolo e legato sotto il mento in pura seta o in lana, cotone o orbace color zafferano, beige o color giallino, senape o ruggine, circondato da una striscia di mezzo centimetro rossa su tutto il perimetro.

 

Lu còssu: busto rigido con allacciatura fissa di nastro rosso davanti e sulla schiena. E’ ricoperto di stoffa in taffetà o tela di seta color verde.

Grembiule: privo di ricami, di colore marrone. A volte poteva essere di colore bianco sporco, ruggine o senape. A

 

volte con motivi stilizzati o geometrici piccoli. E’ più corto della gonna, pieghettato in vita.

La faldetta: Gonna ampia senza pieghe, di colore marrone o ruggine a volte è orlata in basso da una o due strisce sottili di colore diverso.

 

Giubbetto: In panno o fresco di lana o cotone di colore giallo senape, beige, ruggine .

Sciallino: triangolare di lana o in raso di cotone o di orbace color indaco chiaro – violaceo, pervinca scuro.


Abito giornaliero dell'acquaiola 

La caretta: cuffia a sacco di tessuto nero o marrone scuro.

Lu muccaloru: quadrato e non legato sotto il mento in pura seta o in seta cotone in color azzurro scuro circondato da una striscia di due centimetri circa da un motivo rinascimentale color giallo chiaro/avorio su tutto il perimetro.

 

Lu còssu: è di tipo rigido con allacciatura fissa di nastro rosso in seta o raso davanti e sulla schiena. E’ ricoperto da stoffa in taffetà o tela di seta di color verde mela .

La faldetta: gonna , ampia, a senza pieghe , di colore giallino chiaro quasi ruggine è orlata in basso da due strisce sottili di colore diverso color beige e marroncino chiaro.

ABBIGLIAMENTO MASCHILE

Abito maschile da ricco Massaio 

Berretta a cècciuberretto di panno rosso, nero, marrone o violetto, che viene modellato in tre cerchi concentrici, come una tiara.

La Gamisja: camicia in lino candido, molto ampia, con collo formato da una sola striscia finemente impunturata, rivoltato a triangolo nelle punte, chiusa da due bottoni.

Lu Còssu: giubbetto di scarlatto, foderato di seta turchina, a volte orlato di velluto nero. Ha maniche squartate da cui sbuffa la camicia, chiude a doppio petto; agli avambracci è praticata una serie d’asole in tinta.

Li braghi: calzoni di tela bianca, molto ampi, sono raccolti dentro le uose.

Altro tipo di calzoni: usati dal ricco massaio con tutti gli accessori, cioè, abbinati obbligatoriamente col Cuglièttu e con il Serenicu di raso nero oppure in lana o in cotone sempre neri strettissimi.

Ragas: corto gonnellino d’orbace nero, a larghe pieghe orlato di scarlatto.

Lì calzettighette d’orbace nero, a volte orlate di panno rosso e talora chiuse lateralmente con piccoli bottoni in tinta.

Su questo complesso vestiario possono essere indossati alcuni capi:

Cuglièttusopraveste di pelle scamosciata, color zafferano, con falde sovrapposte, rifinito con velluto nero e filo di seta policromo o rivestito d’oro. In vita si allacciava la cinta di pelle alta circa 7/8 cm. Sotto un corittu detto anche cosso rosso da cui appaiono solo le maniche. A volte capitava che sotto il Cuglièttu non si indossava il gonnellino in orbace. 

Sereniccugiacca lunga di fine panno marrone con cappuccio e sfoderato. Ha risvolti di circa 2/3 cm di panno scarlatto o mollettone bianco impunturati attorno al cappuccio e una striscia di circa 10/15 cm ai lati sul davanti e nelle maniche intorno ai polsi.  

Gioielli: bottoni in lamina o di filigrana d’argento o d’oro al colletto della camicia. 

Lu sombreri: sombrero in feltro nero o grigio scuro che si portava quasi sempre sopra il Cecciu' . Usato dai ricchi.

 

Abito maschile da Zappatore:

Simile nella forma al precedente, cioè al Ricco Massaio ma adotta solo l 'orbace nero e velluto di colore turchino o blu escludendo lo scarlatto.

Lu Còssu. Simile nella forma e nel colore alla foggia dell'acquaiolo, di velluto color turchino o blu sul davanti comprese le maniche e dietro nelle spalle è di tela grezza. Non ha le maniche squartate. Si chiude sempre a doppio petto con 4/ 5 bottoni in lamina , negli avambracci non ha le asole da cui pendono i bottoni . Non comprende il cuglièttu; al posto del “Serenicu”si porta un cappottino d’orbace nero.

Berretta a cècciu: berretto di panno rosso, nero, marrone o violetto, che viene modellato in testa in tre cerchi concentrici, come una tiara. 

La Gamisja: camicia in lino candido, molto ampia, con collo finemente impunturato, rivoltato a triangolo nelle punte e veniva chiusa con due bottoni.

 

Abito maschile dell' Acquaiolo:

Simile nella forma e nel colore al precedente, adotta anch'esso orbace nero e velluto di colore turchino o blu sul davanti e dietro, escludendo lo scarlatto. Si chiude sempre a doppio petto, negli avambracci non ha le asole da cui pendono i bottoni. Non comprende il cuglièttu; al posto del “serenicu”si porta un cappottino d’orbace nero.

Berretta: berritta di panno, nero uguale nella forma e nel modo di indossarla a quella che veniva usata in tutti gli altri paesi

del Logudoro e non solo.

 La Gamisja Lu Còssu.

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