Gruppo Folk "Fedora Putzu" | Selargius


Gruppo Folk "Fedora Putzu" | Selargius

Il Gruppo Folk “Fedora Putzu” di Selargius nasce nel novembre 2008. L’associazione culturale nasce dall'idea di Mariano Atzeni che, coinvolgendo un gruppo di amici e amanti delle tradizioni popolari, decide insieme ai soci fondatori di dedicare il progetto ad un personaggio notissimo all’ambiente delle tradizioni popolari ed alla comunità selargina: Fedora Putzu. Proprio con Fedora Putzu, Mariano Atzeni collaborò attivamente fin da adolescente, poiché condividevano la stessa passione per le tradizioni, nei vari organismi che a Selargius si occupavano della conservazione dei beni e della cultura popolare cittadina. Grazie anche a loro Selargius fu inserita tra quelle comunità sarde che si distinguevano per il radicato mantenimento delle stesse.

L’associazione culturale “Fedora Putzu”, ultima nata tra le varie Associazioni e Gruppi Folk che in passato hanno rappresentato la città di Selargius, ha come scopo la divulgazione delle tradizioni popolari. Da subito i vari componenti e soci fondatori si sono impegnati nella ricerca accurata in tutti i settori delle tradizioni popolari sarde come quello del ballo, del canto e del vestiario tradizionale collaborando con studiosi e ricercatori del settore di grande importanza.

Grande attenzione viene dedicata al ballo campidanese che recupera, grazie al lavoro dell'associazione, le sue più arcaiche caratteristiche legate indissolubilmente al suono delle launeddas con l'aiuto del Maestro Tonio Spiga. Il ballo, come il vestiario tradizionale curato nei minimi dettagli, viene ripulito da quelle folklorizzazioni che ne cambiarono le caratteristiche fondamentali attorno agli anni '60 e '70 fino ali anni '80 del secolo scorso.

Per quanto riguarda l’abbigliamento tradizionale, l’associazione ha deciso di avvalersi del lavoro dello studioso selargino e sarto Ignazio Sanna, insignito del premio “Manos de Oro” 2014, organizzato dall’associazione Ittiri Cannedu di Ittiri in collaborazione con l’Università di Sassari e la Soprintendenza Archeologica, Belle arti e Paesaggio delle provincie di Sassari e Nuoro, per la sapienza e qualità del suo operato.


ABBIGLIAMENTO FEMMINILE

L’abito tradizionale di Selargius ricalca, nella sua composizione e per classi sociali, gli stessi canoni vestimentari dell’hinterland cagliaritano.

Gli abiti delle classi sociali più modeste dei braccianti e dei servi (massaius e massaieddas, srebidoris srebidoreddas) e dei lavoratori delle saline(tiradoris de sali) sono confezionati con i tessuti più miseri e modesti come il cotone e l’orbace fino ai pannetti di lana. In quelli delle classi sociali più elevate come le corporazioni de is CarretonerisPanetteris ecc., i possidenti e la borghesia, is Meris, gli insegnanti e professori, i grandi proprietari terrieri e quasi nobili, appellati con il termine Printzipalis, i tessuti sono di qualità maggiore coerentemente con la classe sociale che lo indossa.

Su Bisrtiri detto de Abordau, il più utilizzato dalle donne della comunità, deve il suo nome al tessuto con il quale veniva confezionata la gonna, un tessuto di cotone a righe blu e rosse che prende il nome di “tessuto bordato”. Era il più utilizzato a prescindere dalle classe sociale poiché era un tessuto di facile reperibilità e non tanto caro, ma la differenza la faceva chi lo indossava e più la proprietaria faceva parte di classi sociali elevate più l’abito acquisiva accessori e rifiniture di pregio fino a diventare abito di mezza gala se indossato con giacchini come su Spensuprendas e sciallus riservate a pochissime donne. Infatti chi possedeva l’abito di gala in broccato, come alternativa, aveva sempre a disposizione un ricchissimo abito de Abordau.

Altro abito femminile unico nel suo genere è Su Bistiri de Amureu, un abito di mezza gala confezionato interamente in seta in tutte le sue parti che deve il suo nome alla sardizzazione del termine francese "moirè", un tipo particolare di seta. Con questo termine venivano identificati tutti gli abiti di seta utilizzati a Selargius da una classe sociale elevata.

Ultimo e forse il più identificativo è l’abito di gala per antonomasia detto Bistiri de Broccau o Bistiri Bonu, quello che solo le printzipalis potevano permettersi perché le più ricche del paese. La gonna ed il grembiule (imboddia) confezionati con raso di seta rosso o di altri colori, o anche in velluto di seta sempre rosso e balze di broccato a fili d’oro e fantasie floreali, poteva essere confezionata anche in panno di lana color cremisi e balza in seta dorata detta.

Velo ricamato in tulle o mussola che cinge il volto. Vellada (il giacchino che copre il busto) in velluto di seta e le immancabili prendas facevano di quest’abito una vera e propria opera d’arte. È noto l’atto notarile in cui un padre, nel concedere la dote alla propria figlia per il suo imminente matrimonio, fece scegliere alla futura sposa tra una casa ed il broccato per confezionare la gonna, tutto ciò dà un idea del valore di questo tessuto.

Foto Vincenzo Testa


ABBIGLIAMENTO MASCHILE

L’abito maschile si caratterizza per la varietà dei copricapi dalle Berritas nere, marroni e rosse al Sombrero, evidente richiamo alla cultura spagnola e prima aragonese e catalana poi, fino al Fez, copricapo tubolare di colore rosso utilizzato in tutto il mediterraneo.

Oltre ai corpetti in seta o velluto di seta e cotone, l’uomo indossava sempre l’immancabile Giancheta o il più ricco Serenicu fino a quella che noi chiamiamo Best’e Peddi di diverse misure e con diverse rifiniture.

Ragas, Cratzas di orbace o Burtzighinus de peddi (le ghette di pelle di vacchetta) e calzoni in lino o cotone (cratzonis) con le immancabili Carrigheras (cinture) a cingere la vita piuttosto che sa Cimusa (fascia in cotone) in tessuto rosso completano l’abito. Particolari sono i calzoni bianchi di lino o cotone inamidati e stirati detti Cratzonis a Pinnicas o a s’Incotu che ricordano, assumendone la forma, il mantice dell’organetto.


CURIOSITA'

Selargius è un comune di quasi 30mila abitanti della provincia di Cagliari, situato nella parte meridionale della Sardegna e conurbato col capoluogo. Sorge tra i paesi o le odierne città di Pirri, Monserrato, Quartucciu e Quartu S. Elena, confinando a nord-ovest con Sestu, ad ovest con Cagliari, ad est con Settimo S.Pietro, e rientra tra le prime dieci città della Sardegna.

È in un documento dell’XI secolo che si trova menzionato per la prima volta quello della cittadina. Compare per la prima volta, tra i nomi di diversi aggregati rurali oggetto di donazione del Giudice Cagliaritano Mariano di Laconi alla chiesa di San Saturno, pure quel Kellarious che sembra alla base dell’odierna Selargius. I cellaria o horrea erano depositi in cui venivano raccolti i prodotti agricoli: è pertanto presumibile che Selargius fosse, in età romana,un centro di raccolta del frumento delle zone granifere del Campidano destinato a Roma e che da questo derivi quindi il suo toponimo.

I primi insediamenti sul territorio riscontrati dagli archeologi risalgono al Neolitico. Tanti sono gli insediamenti di periodo Nuragico passando poi all’età fenicio/punica attraverso l’età Romana per arrivare al periodo Bizantino. Nel periodo Giudicale si attesta del campo che fu base militare del Giudice Arborense, Mariano IV, durante l’assedio alla città di Cagliari indicando i selargini come guardie fidate del Giudice, fino al periodo della feudale conquista Spagnola. Nel periodo Sabaudo la città fu segnata da gravi carestie.

Il 19 e 20 aprile 1779, ben 15 anni prima delle rivolte che coinvolsero tutta la Sardegna guidate da Giovanni Maria Angioj, oltre 300 selargini armati di fucili e coltelli si ribellarono al censore locale, nominato dal vicerè, che abusava della popolazione imponendo tasse eccessive. La rivolta, conosciuta come S'Avvolottu 'e Ceraxius, si concretizzò con l'assalto al Monte Frumentario e la cattura del sindaco e del parroco che vennero giustiziati. Il paese fu occupato dai rivoltosi che minacciaronodi uccidere pure il Re se si fosse presentato. Ma le spie piemontesi riuscirono a raggiungere Cagliari e informare il Vicerè dell'accaduto, il quale inviò subito delle compagnie di Dragoni a cavallo che sedarono la rivolta e catturarono i capi della sommossa che vennero torturati ed esiliati.

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