«Ma quello non è il cardinale Bernard Law, quello che il Papa ieri (giovedì ndr. ) avrebbe cacciato dalla basilica di Santa Maria Maggiore?». Ai vaticanisti di lungo corso non sfugge nulla. E l'abbraccio e lo scambio di battute, prolungato, tra il Santo Padre venuto dall'Argentina e l'82enne porporato che nel 2002 lasciò la guida dell'arcidiocesi di Boston, accusato di aver coperto diversi preti pedofili, non poteva certo passare inosservato. A trasmetterlo è la tv a circuito chiuso della Sala stampa vaticana, subito dopo la fine dell'udienza riservata, ieri mattina, al Collegio cardinalizio.
BUFALE E IMPRECISIONI Per tutta la giornata di ieri, sui social network, si è diffusa la notizia - pubblicata da un giornale e non confermata da nessuna fonte vaticana - che durante il pellegrinaggio a Santa Maria Maggiore, la mattina successiva alla sua elezione, Papa Francesco avrebbe fatto allontanare l'anziano cardinale, ritenendolo indegno. Ma qualcuno ha notato delle incongruenze. Della presenza di Law, infatti, aveva dato notizia il portavoce della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi: «La sua partecipazione è stata molto discreta, nella veste di arciprete emerito di Santa Maria Maggiore», aveva detto già avant'ieri. Perché, dunque, la Santa Sede avrebbe rivelato la presenza del cardinale statunitense, che nessuno aveva notato, e perché (soprattutto) il Papa si sarebbe ieri intrattenuto con lui con espressione stupita quando il porporato disegnava ampi cenni che simboleggiavano la scrittura, se il giorno prima ne avesse davvero decretato una ignominiosa cacciata dalla basilica? L'impressione è che la combinazione tra la personalità del nuovo Pontefice, la velocità con la quale le informazioni vengono pubblicate sulla rete e il morboso interesse dell'opinione pubblica, stia producendo un cortocircuito che mette a rischio la verità oggettiva. Perché - a proposito - la cacciata di Law, probabilmente, non c'è mai stata.
FALSO IL NO ALLE DONNE Non si può dire altrimenti se si fa riferimento alle presunte dichiarazioni contro l'impegno delle donne nella vita pubblica che un anonimo ha attribuito a Bergoglio (riferendosi a una fantomatica dichiarazione ufficiale contro Isabelita Peron e Cristina Kirschner) e che sono state riprese, senza verifica alcuna, da molteplici siti di informazione. Per scoprire poi, ieri, che non esiste prova materiale (né un articolo di giornale, né una registrazione, né una testimonianza) che quel discorso sia stato effettivamente pronunciato e che per la prima volta, in rete, si è iniziato a parlarne proprio il giorno dell'elezione. Un falso. E nemmeno d'autore.
ATTACCHI CONCENTRICI Perché tutto questo fiorire di informazioni non verificate, che rischiano di mettere in cattiva luce non solo il Papa ma l'intera Chiesa, a così poche ore dalla fine del Conclave e quando la figura di questo Pontefice così semplice sembra conquistare sempre più simpatie? Una possibile spiegazione l'ha data ieri padre Federico Lombardi, riferendosi alle polemiche scatenate dal presunto coinvolgimento dell'allora padre gesuita Jorge Bergoglio con la sanguinosa dittatura militare argentina: «Gli attacchi di certa stampa arrivano da una sinistra anticlericale che vuole danneggiare la Chiesa», ha detto, perdendo per un attimo la proverbiale calma. «La campagna contro Bergoglio risale già a diversi anni fa. È portata avanti da una pubblicazione caratterizzata da campagne a volte calunniose e diffamatorie. L'accusa si riferisce al tempo in cui Bergoglio non era ancora ves