“Hanno tentato in tutti i modi di fermarmi, prima con il negazionismo di Stato, costruito con balle e manipolazioni di ogni genere, con complici e servi, e ora con la via giudiziaria. Ancora una volta il ministero della difesa tenta di mandarmi in galera, questa volta perchè avrei svelato la presenza di un deposito di rifiuti radioattivi dentro il poligono militare di Teulada”.

Così il leader di Unidos, Mauro Pili: nella sua attività di visita ispettiva in qualità di parlamentare ha documentato con un video un deposito di rifiuti radioattivi definito "sensibile" dentro il poligono militare di Teulada e lo ha fatto nonostante il "divieto" del generale comandante.

“Come se un Generale che non conosce le più elementari leggi sul diritto di accesso dei parlamentari nelle basi militari potesse svegliarsi e imporre quello che si può o non si può documentare – dice Mauro Pili - sfuggono le procedure dei decreti di secretazione, di classificazione, l' inconsistenza di comunicazioni verbali campate per aria. Certo non erano abituati ad un parlamentare che non gli baciasse le mani! Ad un rappresentante delle istituzioni con cui non potersi dare del Tu! Con chi non frequentare e bisbocciare nei saloni del Comando”.

Dura la reazione dell’ex Governatore della Sardegna che aggiunge: “Con me avete sempre appeso male le chiavi – sostiene - adesso cercate di farmi finire in galera con balle e mistificazioni varie, pur di nascondere il disastro ambientale che avete impunemente messo in campo nei poligoni militari della Sardegna, mi avete denunciato alla pari del ladro che denuncia il poliziotto che ha disturbato la rapina. Ho appreso per vie traverse la chiusura delle indagini a mio carico per aver ripreso e divulgato notizie e immagini relative alla presenza di quel deposito radioattivo dentro il poligono di Teulada. Una violazione di una sorta di segreto di Stato inesistente e farlocco. Stamane sono andato in Procura – evidenzia il numero uno di Unidos - a sfogliare il fascicolo delle accuse, nonostante ad oggi niente mi sia stato ancora notificato. Mi difenderò, come sempre. Lo farò senza mezzi termini e senza timore alcuno, con tutti gli atti e documenti in mio possesso, ben sapendo che tale ennesima denuncia, e forse nuovo processo, rientra nell'azione vile messa in campo da Ministri e generali per tentare di fermare la mia azione di verità sui poligoni militari. Stanno tentando, ora ancor di più che è cessato il mio mandato parlamentare, di farmela pagare. Non entro nel merito del processo, lo farò quando e se i giudici riterranno di rinviarmi a giudizio. Di certo i reati di cui vengo accusato sono la conferma esplicita che si vuole colpire la mia azione istituzionale, politica e civile”.

I reati

“Sono due i reati per i quali la Procura di Cagliari ha chiuso le indagini a mio carico – rammenta l’ex deputato sardo Mauro Pili – l’art. 326 Codice penale
Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio e l’articolo 650,
 un bavaglio alla mia azione di denuncia contro quanto è avvenuto dentro il poligono di Teulada e non solo, per me saranno altri oneri e altre preoccupazioni, ne sono consapevole. L'attacco nei miei confronti è concentrico e il ministero della Difesa ritiene così facendo di minare la mia relazione d'inchiesta, non preoccupatevi entro l'anno tutto quello che doveva sapersi sarà messo nero su bianco, dagli omicidi ai disastri ambientali. La galera potrebbe solo darmi più tempo per completare il capitolo finale, questi generali – conclude Pili - che giocano alla guerra dentro un poligono militare hanno sempre avuto la pretesa di essere impuniti e inviolabili, di poter fare quello che vogliono, con il solo l'obiettivo di nascondere tutto ciò che hanno fatto, dall'utilizzo di armi al torio, al fosforo bianco, dalla devastazione della civiltà nuragica all'interdizione di imponenti porzioni di territorio, per me giustizia e libertà vengono prima di qualsiasi umana pretesa, a schiena dritta e testa alta”.